In seguito alla condanna presso il Tribunale di Imperia, Rosario Marcianò (assente in aula) decide di fare la sua personale difesa attraverso il web di fronte alla sua platea di credenti, i quali dovrebbero stare più attenti quando lo sentono professare. In primo luogo ha sostenuto le solite teorie di complotto, sostenendo che il tutto sia orchestrato per farlo zittire (il processo pubblico riguardava l’accusa per diffamazione e non sulle sue idee su scie chimiche e le sue presunte false morti):
Un processo farsa che si conclude come era ben prevedibile e non per via di un’accertata colpevolezza, ma piuttosto perché la Magistratura è l’arma usata dal regime per far fuori gli oppositori. Sono onorato di far parte delle vittime di uno Stato canaglia.
In un video allegato polemizza sul fatto che dalla pagina Facebook “Task Force Butler” abbiano annunciato la sentenza alle 11:53 (a udienza ormai conclusa, da quanto mi informano era iniziata alle 10 e si era conclusa alle 10:40 circa) prima ancora che lui stesso ne venisse a conoscenza dal suo avvocato d’ufficio. Ricordiamo che il processo era pubblico e in aula erano presenti molte persone, come le parti in causa e i giornalisti, tranne lui.
In seguito ad un articolo del Secolo XIX, intitolato “Diffamazione sul blog: condannato a 30 mila euro di multa. Poi, la causa civile“, ha deciso di condividere questa cordialissima lettera rivolta alla redazione imperese da parte dell’utente “landofw56“:
Lettera al responsabile della redazione imperiese della testata “giornalistica” “IL SECOLO XIX, in merito all’affaire Enrico Nigrelli, conducente di torpedoni.
Egregio Dottor Pin,
in merito all’articolo di cui infra, chiedo che sia pubblicata una mia rettifica, giacché la cronaca contiene sesquipedali ed ignominiose distorsioni dei fatti. Senza entrare nel merito della questione, che è di per sé piuttosto complessa, intendo precisare che, come dimostrato dai dati exif, dalla relazione del nostro tecnico, egregio Dottor Puppo, dalla mia limpida e veridica testimonianza, l’insulto sul pannello elettronico del torpedone, fu scritto dalla controparte e non da mio fratello. Il pezzo lascia intendere ed insinua l’opposto, come se la parte realmente offesa (mio fratello) avesse, non si sa come, contraffacendo i dati exif che non è possibile in alcun modo falsificare, generato la contumelia per calunniare il Signor Enrico Nigrelli. E’ vero il contrario!
E’ comunque deprecabile che si scrivano articoli del genere, dimostrando sia ignoranza abissale di questioni tecnico-giuridiche sia che si sanno vergare quattro idiozie solo su suggerimento di abominevoli personaggi, quale l’illustre Signor Federico De Massis, noto persecutore e calunniatore, che sulla Rete impazza con il significativo ed eloquente pseudonimo di Task force butler. Se non sa l’inglese, consulti un dizionario per vedere la valenza semantica di tale lessema. Il cronista che ha scritto il pezzo, oltre a violare la deontologia professionale, ha dimostrato totale e deplorevole superficialità nell’assumere come fonte la menzognera e spregevole velina dell’inclito De Massis. Un altro esempio di pessimo giornalismo, come sempre, l’unico ormai sopravvissuto in un Italia dove l’analfabetismo più crasso si sposa con il più becero pettegolezzo: da anni tali nefandezze hanno sostituito qualsiasi capacità di raccontare i fatti ed ancora più di interpretarli. Sono competenze che richiedono competenza, oggi appannaggio di pochissime persone non certo appartenenti al “clero dei giornalisti”. (D. Fusaro)
Vivissime cordialità.
Lo stesso Rosario Marcianò, in un video pubblicato su Youtube dal titolo “Carte false alla Procura di Imperia“, ha sostenuto che l’auto dietro l’autobus in questione fosse quella dei Nigrelli (i quali sostengono di non aver mai avuto un modello del genere – inutile che tenti di cancellare il video, è stato debitamente salvato):
Sul Secolo XIX è stato scritto che addirittura avrei falsificato una fotografia per incolpare ingiustamente e diffamare i soggetti che risultano come parte lesa…
…Angelo Nigrelli, che pubblicava su Internet, sul suo profilo, questo pullman con la scritta “vaffanculo”. Dietro vediamo l’auto di Nigrelli, ebbene secondo il giudice questa fotografia sarebbe stata creata ad arte dal sottoscritto per infangare e per diffamare i coniugi Nigrelli, quando invece è palese che questa fotografia giaché Nigrelli lavora proprio come autista di pullman questa fotografia è stata realizzata da egli stesso, tanto che è stata pubblicata in un video sul canale di Wasp. Più chiaro di così non si può…
Siamo alla prima bugia, perché l’articolo del Secolo XIX non sostiene quanto riportato dalla lettera e dal video di Rosario. Riporto lo screen del suo video dove riporta l’articolo della testata:
Per diffamare l’autista della Rt, Rosario Marcianò aveva anche pubblicato la celebre foto del bus della romana Atac con un “vaffa” scritto sul pannello elettronico che indica il percorso, dicendo che l’autore della singolare protesta era stato il sanremese.
Non viene scritto che Rosario Marcianò abbia falsificato la foto scrivendoci il “vaffanculo“, ma che quest’ultimo abbia sostenuto (come evidenziato anche nel video) che sia stata opera di Nigreli fotografando un presunto mezzo dell’azienda di trasporti dove lavorava. Praticamente, criticando il Secolo XIX, hanno ulteriormente confermato quanto riportato nell’articolo.
Parliamo ora della foto che nel video viene ripreso da quello pubblicato nel canale Youtube “Waspdue” del 27 maggio 2010, ben sette anni fa e l’anno successivo alla nascita del blog “Wasp, Sanremo e il cielo” (2009) di cui potete leggere la storia del conflitto con i fratelli Marcianò in questo link.
Sarebbe interessante conoscere i dati exif citati, ma di fatto risulta che la foto è assai celebre tanto che venne linkata e pubblicata in diversi anni da diversi siti e blog (2007 – bis, 2005 e presente sul sito Fuorissimo.com dallo stesso anno). La troviamo persino su Nonciclopedia.wikia.com caricata il 7 giugno 2007 e nel Blog di Beppe Grillo in un post del 27 luglio 2007. Insomma, ben prima della pubblicazione del video.
Se volessimo cercare qualche riferimento al mezzo (modello 441 Iveco 491 CityClass Cursor) risulta essere molto simile a quelli dell’ATAC di Roma. Dall’immagine è possibile ricavare il numero del mezzo “5088” e un numero di targa abbastanza sfuocato. Provando a tentativi, il numero “EN975WN” risulta presente nel database del sito Sevim.it, che ad oggi fa riferimento ad un mezzo in uso in Toscana:
Trovo una spiegazione nel forum Busbusnet.com in un intervento dell’utente FABRIPAOL del gennaio 2016, il quale afferma che il mezzo numero “5088” (immatricolato nel 2000) venne trasferito da Atac Roma a CPT Pisa:
I tre mezzi ex Atac Roma B.M.BUS M 240 LS/3P/32, rispettivamente
F5086 targa EN973WN telaio ZCM2400L002609160 1^ immatricolazione 7/12/1999
F5087 targa EN974WN telaio ZCM2400L002759418 1^ immatricolazione 7/12/1999
F5088 targa EN975WN telaio ZCM2400L003089451 1^ immatricolazione 13/1/2000
sono stati reimmatricolati per CPT Pisa (CTT Nord) in data 1/2/2013
Mi risulta, da quanto mi è stato riportato, che durante l’arringa del processo pubblico (ricordiamolo a chi pensa che certe cose non si possano sapere) è stata riportata una dichiarazione di RT (Riviera Trasporti) dove viene negato il legame del mezzo all’azienda di trasporti e che le scritte nei mezzi in dotazione non possono essere manipolate dai conducenti. Inoltre, mi giunge nota che lo stesso Nigrelli avrebbe una causa contro RT e sostenere eventuali teorie di complotto su “coperture” da parte di quest’ultima a suo favore sarebbe alquanto balzano.
Infine, nella lettera rivolta alla testata giornalistica si sostiene che non sia affatto possibile modificare i dati EXIF di un’immagine. Esistono servizi gratuiti online per leggerli, come “Exif.regex.info“, che vi serviranno per verificare quanto vi sto per proporre. Scaricate la foto del giudice dall’articolo intitolato “Prima condanna per Marcianò: l’ennesimo esempio di un diritto storto” (in caso ve lo fornisco qui: link esterno – link interno) dove troverete nell’elenco dei dati Exif quello riferito al “software” in basso a sinistra con la scritta “Google“:
Ora scaricate pure l’immagine che vi allego in questo link o usate direttamente l’url nel sito “Exif.regex.info“. Noterete che al posto di “Google” alla voce “Software” troverete la scritta “Pullman5088” (in onore all’autobus del “vaffa“):
Direi che può bastare.
PRECISAZIONI
Per garantire un’informazione completa in merito al mezzo, ecco la foto del numero 5088 della Riviera Trasporti:
Nel frattempo allego questo commento di Rosario Marcianò al suo stesso video dove fa un riferimento ai giudici:
Or Cv: “Non ho parole…. la magistratura è da sciogliersi in quanto COLLUSA.”
Rosario Marcianò: “Nell’acido“
Risposte al “video risposta” di Rosario Marcianò
Vediamo di spiegare ai seguaci del sanremese (sempre se vorranno comprendere) come questa persona comunica loro attraverso i suoi interventi rispondendo alle domande da lui poste in un video.
Si domanda ancora come “Task Force Butler” potesse sapere alle 11:07 (così riporta Marcianò nel video, poi cambia orario in 11:17) i dettagli dell’udienza, ma l’avevo già spiegato che si era conclusa intorno alle 10:40 e che si trattava di un processo pubblico dove erano presenti anche giornalisti che hanno saputo in diretta e ben prima di “Task Force Butler” le novità a riguardo. In questo caso, come in altri, Rosario non fa altro che porre la sua narrazione sostenendo qualche presunta fuga di notizie, ma sostenere ciò per quanto riguarda un’udienza pubblica è assai strano. Chiunque poteva informarsi presso la famiglia Nigrelli della data dell’udienza e chiunque poteva assistere, stessa cosa vale per qualunque altro processo legato ad altre persone controparti del sanremese. Poteva andarci anche lui all’udienza, ma era assente.
Nel suo video fa intendere che la targa presente nel mezzo pubblico si intravveda la scritta “IM” di Imperia, così come fa intendere che l’ultimo carattere della stessa sia “una W molto larga” e che non vi sia spazio per una “N” successiva.
Andiamo a vedere. Lui segnala questa targa che secondo lui appartiene a un autobus della Toscana “EN975WN“. Riguardiamo la foto: voi vedete una “N” dopo questa “W”? C’è uno spazio per una “N”? Non c’è.
Peccato che salti il seguito dell’articolo dove riporto i collegamento con il numero “5088” e il fatto che le targhe dal 1994 sono composte da 2 lettere, tre numeri e 2 lettere finali.
Antonio, in un commento a questo articolo, ha fornito anche la targa “BX476WW” associata ad un mezzo del laziale:
Potrebbe aver ragione Antonio, ben vengano queste segnalazioni, ma poco importa perché il problema è che quel mezzo non risulta avere legami con Nigrelli e tale fotografia circolava da anni online. Inoltre, nell’aggiornamento riportato in precedenza, ho riportato la foto del mezzo 5088 associato alla Riviera Trasporti e ricordo ai lettori che nel suo video salta il fatto che la stessa RT avrebbe negato la proprietà del veicolo.
Successivamente pone la domanda su come io sia in possesso di alcune informazioni pubblicate nel mio articolo:
Ripeto. Questa di Puente è un’azione che logicamente rientra in quel programma della Boldrini di lotta alle fake news e soprattutto in quelle azioni di stalkeraggio e persecuzione tramite l’arma impropria della magistratura dei fratelli Marcianò perché sulla base di queste menzogne e di queste [[imcomprensibile]] ricostruzioni che farebbero risalire la foto del pullman al 2005, il giudice secondo le stesse informazioni che ha Puente e anche in questo caso mi deve spiegare come fa a saperlo se nemmeno l’avocatessa della difesa ha ancora le motivazioni per il quale il giudice si è preso 90 giorni, ci deve dire Puente come è in grado di risalire alle informazioni che secondo lui e anche secondo “Task Force Butler” il giudice ha ritenuto utili per condannare Marcianò e per rinviare magari a giudizio Antonio Marcianò che nella testimonianza logicamente ha parlato di un pullman, un autobus, pubblicato sul blog di Wasp e sul video di Wasp sul canale Youtube con la scritta “Vaffanculo” rivolta a noi.
Vorrei ricordare ai lettori e (se mai leggeranno) i credenti di Marcianò che tutto è nato dall’articolo del Secolo XIX, dal video pubblicato da Rosario Marcianò e dalla lettera che lo contesta. Su come sia risalito al 2005 come data di pubblicazione è stato molto semplice sapendo usare i motori di ricerca (come in questo caso). Su altri punti, come la causa con RT e la dichiarazione di quest’ultima letta al processo, ne sono a conoscenza tramite contatti con i familiari di Nigrelli, per il quale non ho alcun problema a sostenere che lo conoscevo online ed eravamo diventati amici su Facebook.
In merito ai miei interventi, essi non riguardano affatto alcun “programma” orchestrato o gestito da qualcuno, lui sostiene ciò perché è la narrazione utile da proporre al suo pubblico. Dalle mie parti qualcuno oserebbe dire “mole il bevi“, ma non è il caso di Rosario perché lui è molto lucido e sa molto bene cosa vuole dire ai suoi.
A proposito di lucidità, ha le prove per sostenere tale insinuazione pubblicata sul suo account Google Plus dove sostiene ci sia stato un messaggio stile mafioso pubblicando un fotomontaggio con il mio volto? Attendo risposta.
Ieri sera messaggio in stile mafia: alle 23:30 ci hanno staccato gli interruttori generali posti nel locale cantina e quelli posti nel garage.
Poi prosegue:
Qui, comunque, ripeto c’è l’auto Nuova 500 Fiat della Barazzetti, quindi se anche questo pullman non fosse della RT logicamente mi si deve spiegare come mai qua dietro coincidenza c’è proprio una Nuova 500 color canna da zucchero il cui volante all’interno e il cruscotto furono fotografati e anche pubblicati sul blog di Wasp, la stessa auto che era parcheggiata spesso davanti alla tipografia in Sanremo a volte addirittura con il loro gatto appoggiato sul cofano caldo, no? Quindi è una coincidenza anche questa, facciamo come con la Solesin che si ritrova fotografata in quel di Parigi davanti al Bataclan sulla carrozzina con un look impeccabile ed è perfettamente identica e sovrapponibile alla Solesin che ci hanno dato per morta? Ecco, questa è anche sono sempre e coincidenze, ma guarda un po’ che strano.
Vorrei sapere da lui come è sicuro che l’auto sia quella della Barazzetti senza vederne neppure la targa e senza che sia possibile visionare il volante e il cruscotto da lui citato nel video. Parliamo di un mezzo le cui caratteristiche non sono esclusive, la FIAT ne fabbrica parecchi dello stesso modello e colore. Sarebbe comunque interessante che Rosario si facesse fotografare da qualcuno (anche dal fratello) nel luogo dove sarebbe stata scattata secondo lui la foto e con la stessa identica inquadratura, dimostrando ciò che ha affermato nel video precedente fornendo anche l’indirizzo.
Concludo, salvo ulteriori uscite da Sanremo, che per la storia della Solesin ho già riferito quanto dovevo alle persone interessate (sia in Italia che in Francia) e mi auguro che la giustizia faccia il suo corso per quanto riguarda questo atto diffamatorio nei confronti di questa ragazza barbaramente uccisa e della sua famiglia.
AGGIORNAMENTO 25 gennaio 2018
Tra i commenti Nicola ci fornisce una foto pubblicata nel sito Public-transport.net dove è visibile l’autobus 5088 e la targa citata da Antonio:
Sulla sinistra è visibile il cartello “Lungotevere de’Cenci” (Google Street View):
Secondo i dati rilevati, la foto sarebbe stata caricata sul sito nel 2011:
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