Il 2 gennaio 2018 Lucia pubblica la seguente fotografia riportante quattro arance con l’etichetta della pesata e del prezzo unitario attaccata in ognuna di esse anziché usare un sacchetto unico, una presunta “furbata” per evitare di pagare i 2 centesimi tanto contestati:
Fatta la legge, trovato l’inganno. Mio marito è un genio!
Non solo persone, anche pagine Facebook come “Orgoglio 5 stelle“:
“Tutti dobbiamo fare così lasciamoli la i sacchetti non bisogna aver paura prima o dopo si accorgono che si consumano più etichette che sacchetti condividete tutti”
da Albertini Mauro
Inutile ricordare che ogni etichetta risulterà comunque un costo in più per il supermercato (carta, inchiostro…), così come un ulteriore generazione di nuova spazzatura da gettare nei cassonetti: l’etichetta non la mangiate, la buttate via e non sempre è biodegradabile.
Qualcuno aveva provato a fare altrettanto, ma pubblicando anche lo scontrino che riporta ugualmente il sacchetto da 2 centesimi:
Anche Enrico commenta lamentandosi del fallimento dell’iniziativa:
E niente….anche se non prendi i
#sacchettibiodegradabili perché compri 1 pezzo unico, te lo fanno pagare.#ladri
Un lettore invia una lettera al direttore di Varesenews.it raccontando la propria esperienza:
Buonasera Direttore,
le invio una mia considerazione, sperimentata di persona (con tanto di foto), sulla nuova tassa in vigore dal primo gennaio, sui sacchetti di plastica per frutta e verdura, sperando che possa condividerla con i lettori.
La tassazione introdotta dall’inizio dell’anno per disincentivare l’uso della plastica in realtà è una tassa sulla frutta e verdura.
Pensando e condivedendo che debba essere ridotto l’uso della plastica, ho acquistato 4 mele prezzandole singolarmente e senza fare uso del sacchetto ma alla cassa mi hanno applicato il prezzo di 4 sacchetti, 1 per mela.
Alle mie rimostranze la cassiera mi ha risposto, dispiaciuta e cortesemente, che per disposizioni di legge la tassa è dovuta su frutta e verdura indipendentemente se sia in sacchetto o no.
Non si tratta di una reazione al tentativo di boicottaggio, questa situazione era già prevista e alcune realtà avevano spiegato attraverso Il Fatto Alimentare il 29 dicembre 2017 che il costo viene già considerato nelle bilance elettroniche:
Coop Firenze, che da 5 anni usa questi sacchetti biodegradabili – li venderà a 1 centesimo. “La somma – precisano i responsabili – copre solo una parte del costo, ed è impossibile ridurre l’importo trattandosi della quota minima prevista dalle bilance elettroniche”.
Non oso immaginare se qualcuno ha tentato di etichettare noccioline o frutta di piccole dimensioni, o persino l’insalata.
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