Noto che il 22 dicembre 2017 mi era stata inviata un’email da un giornalista del Ticinonews.ch per rispondere in merito ad un’interrogazione parlamentare del 5 dicembre 2017 dei deputati del M5S Giuseppe L’Abbate e Mirella Liuzzi dove vengo tirato in ballo in merito all’iniziativa “Bastabufale“:
Al Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:
in data 9 febbraio 2017, la Presidente della Camera dei deputati Laura Boldrini lancia la campagna #BastaBufale, un appello contro le fake news e per il diritto a una corretta informazione rivolto a scuole e università, informazione, social network, imprese, protagonisti del mondo della cultura e dello sport. I primi sottoscrittori della raccolta firme sono i debunker Paolo Attivissimo (Il Disinformatico), David Puente (davidpuente.it), Michelangelo Coltelli (Bufale un tanto al chilo) e Walter Quattrociocchi (CSSLab dell’IMT di Lucca);
in data 2 maggio 2017, la Presidente Boldrini organizza un nuovo convegno alla Camera dei deputati denominato «Basta Bufale» con la collaborazione di Facebook, Rai, Confindustria, FIEG e Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca. A spiegare i dettagli dell’obiettivo di «alfabetizzazione digitale» a cui mira l’impegno della Presidenza della Camera la Ministra dell’istruzione, dell’università e della ricerca Valeria Fedeli: «Miur e Camera dei deputati realizzeranno un progetto di formazione ed educazione civica rivolto a tutte le scuole» per permettere agli studenti «di riconoscere una fake news, informarsi in modo concreto, individuare la fonte. Dobbiamo attribuire alle istituzioni formative il ruolo che solo esse possono svolgere ma non possono agire da sole»;
in data 1° novembre 2017, presso il liceo Visconti di Roma, la Ministra Fedeli e la Presidente Boldrini presentano il «Decalogo Anti-Bufale» che coinvolgerà oltre 4,2 milioni di studenti ai quali darà gli «attrezzi” per difendersi dalle “fake news”», nell’ambito della campagna #BastaBufale e come parte integrante di un più ampio pacchetto di azioni che il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca sta mettendo in campo per la prima volta sul tema del controllo delle fonti e per l’educazione civica digitale. Partner del progetto sono la Rai, la FIEG, Confindustria, Google, Facebook, lo IED;
il debunker (in italiano: demistificatore o disingannatore) è un individuo che mette in dubbio e smaschera ciarlatanerie, bufale, affermazioni false, esagerate, anti-scientifiche, dubbie o pretenziose –:
quale sia il ruolo del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca in merito alle iniziative esposte in premessa e che tipo di costi siano stati sostenuti sinora nonché previsti per il prosieguo della campagna;
se corrisponda al vero che i primi quattro firmatari dell’appello #BastaBufale siano consulenti ministeriali nell’ambito di questa iniziativa, in cosa consista la loro attività, quale sia il relativo costo nonché quale sia stato il loro iter di selezione.
(4-18719)
Mi è scappato un sorriso visto che mi capita spesso di leggere commenti (a volte “violenti“) da parte di qualche utente colpito da fanatismo che sostiene sia stato “assunto” e “pagato” da Laura Boldrini (da questi definita a volte “Ministro“, dimostrando una grande ignoranza) e/o dai “poteri forti“. Voglio credere (si, ho proprio detto “voglio credere“) che questa interrogazione non abbia origine da dubbi generati da certe dicerie, in ogni caso rispondo come ho già fatto più volte in passato, anche se trovo deludente che i due parlamentari “scelti dalla Rete” potevano benissimo usare Internet e andare a leggere il mio post del 5 aprile 2017 o far fare tale operazione ai loro collaboratori che lavorano presso il loro gruppo parlamentare (alcuni li conosco di persona, potevano anche chiedermelo direttamente siccome hanno il mio numero di telefono):
I commenti all’articolo de Il Giornale sui “3 sceriffi” sono fantastici e meritano una risposta 🙂
Riassumendo, gli utenti si chiedono (in maniera molto “educata”) se la Boldrini mi paga. Rispondo senza problemi. No, non mi arriva un euro in tasca né da parte sua né dallo Stato, ma se volete se volete “pakkarmi” voi “offrendomi un caffè” il link è questo: https://www.paypal.me/DavidPuenteit
Esiste un sito chiamato Consulentipubblici.gov.it dove è possibile inserire nei campi della ricerca il Ministero di competenza e il soggetto incaricato per le consulenze, bastavano due click per i deputati dell’associazione Rousseau (o “Associazione Movimento 5 Stelle”) per scoprire che non compaio nemmeno nel database:
Ricapitolando: non vengo remunerato in alcun modo per la mia attività che fornisco per l’iniziativa a titolo gratuito e le uniche spese riguardavano il viaggio e l’eventuale pernottamento. Ricordo, inoltre, che Udine non è tanto vicina a Roma e per andare e tornare indietro rischio sempre di perdere 2 giorni di lavoro.
Se volete leggere di più su questa storia potete farlo dal sito di Butac.it dove il collega Michelangelo ha risposto all’articolo di Ticinonews, ma mi fa piacere riportare questo suo tweet che è veramente simpatico e ironico:
@disinformatico a me @DavidPuente e @Walter4C ci hanno dato una cravatta e una stretta di mano… tu invece sei stato ricoperto d’oro a quanto pare!
A proposito Michelangelo, so chi è il nome dell’autore dell’articolo di Ticinonews, ma mi piacerebbe che uscisse allo scoperto lui visto che almeno noi (io, Paolo e Michelangelo) ci firmiamo con nome e cognome mettendoci la faccia ogni santo giorno.
Ritengo molto interessante che l’interrogazione sia stata firmata e presentata dai pentastellati il 5 dicembre 2017 in prossimità dello scioglimento delle Camere. Solitamente ce ne vuole di tempo per avere una qualsivoglia risposta dai destinatari (il Ministero dell’Istruzione) e spero arrivi prima o poi (anche per altre vie pubbliche), ma è meglio togliere di dosso ogni dubbio ai dubbiosi nonostante io sia ben consapevole che certi polarizzati e i complottisti penseranno che io abbia mentito in merito a questa storia (lo so, devo controllare se sono arrivati i bonifici in valuta “Retticryptodollars“, ma sto ancora cercando di ricordare la password del mio conto presso “Banca Cthulhu” nella filiale di Nibiru, non sono sicuro se era “sciechimichedalterrazzino” o “noncondividetecazzate“).
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