La foto di Laura Boldrini decapitata e i “Gianfranco Corsi”

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Venerdì 2 febbraio 2017 avevo ricevuto via Whatsapp uno screenshot raffigurante il post Facebook di un tal Gianfranco Corsi che riportava l’immagine della testa sgozzata di Laura Boldrini con la scritta “Questa è la fine che deve fare così per apprezzare le usanze dei suoi amici“:

La segnalazione che ho ricevuto venerdì

Il post, pubblicato intorno alle 20:47 e cancellato in seguito, era dell’utente “Gianfranco Corsi” (che per comodità chiamerò “Corsi560“, vista la dicitura nell’url “gianfranco.corsi.560“) e riportava il suo commento (“Laura Boldrini nuda sei una puttana“):

Lo screen della segnalazione inviatami via Whatsapp

Non avevo trattato l’argomento perché non avevo ricevuto alcuna successiva segnalazione, anche se per sicurezza avevo fatto delle ricerche sul profilo e di altri ancora. Avevo trovato molte cose curiose, che vi riporto in seguito, ma in particolare avevo notato la vicinanza puramente casuale tra l’orario di pubblicazione del post (lo screenshot sopra riportato era stato fatto alle 21:12 del 2 febbraio, il post 25 minuti prima quindi intorno alle 20:47) e la vignetta di Alfio Krancic delle ore 20:53 (circa 5 minuti dopo):

La vignetta di Alfio Krancic raffigurante Laura Boldrini fatta a pezzi

Pensavo fosse finita, ma il 3 febbraio ricompare il post da un altro account, sempre a nome Gianfranco Corsi e segnalato dalla pagina Facebook “I sentinelli di Milano“:

Il post con lo screenshot de “I sentinelli di Milano”

Il post segnalazione de “I sentinelli di Milano” risale alle ore 12:27, presumibilmente la foto potrebbe essere stata pubblicata dall’account intorno alle 9 del mattino. Escludo fosse del giorno prima, siccome in seguito alla segnalazione Whatsapp avevo controllato i diversi account “Gianfranco Corsi” presenti in quel momento:

I diversi profili “Gianfranco Corsi”

Quello segnalato dalla pagina “I sentinelli di Milano” era l’account “Gianfranco Corsi“, attualmente oscurato, che nell’url riportava la dicitura “gianfranco.malavita.33” (per comodità lo chiamerò “Corsi33“). Tra le amicizie c’era presente anche altri account “Gianfranco Corsi“, uno con la dicitura nell’url “gianfranco.corsi.182” (che per comodità chiamerò “Corsi182“) e uno pulito con solo “gianfranco.corsi” (che per comodità chiamerò “Corsi1“).

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Che “Corsi33” e “Corsi1” fossero account di Gianfranco Corsi, l’uomo identificato poi dalle forze dell’ordine, lo si poteva intuire dalle amicizie che aveva su Facebook, dove troviamo Rocco Panetta (definito “Il Generale“), Fortunello Errigo (definito “Sarg. Magg.“) ed Emilio Tortorella (definito “Luogotenente“) del “GOP” (“Gruppo operativo Panetta“) frequentato dal fratello di Gianfranco, Roberto Corsi (nota: in questo momento il suo profilo Facebook risulta oscurato):

Una foto che ritrae Roberto Corsi con il “GOP”

Ecco il sito Gopitalia.altervista.org dove vengono riportati alcuni nomi, “titoli” e foto:

Il sito del “GOP”

Tra le foto dei membri del “GOP” in cui viene taggato Roberto Corsi troviamo messaggi del genere con un “esaltante” uomo del gruppo con tanto di arma (giocattolo?):

UNA PAROLA E POKA … DUE SONO TROPPE..!

Le reazioni da parte del “GOP” e del fratello Roberto all’intervento delle forze dell’ordine nei confronti di Gianfranco sono evidenti in questi post (1,2,3,4):

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Oltre alle amicizie del “GOP” nei profili “Corsi182” e “Corsi1” troviamo altre di persone simpatizzanti del M5S, Forza Nuova, di Casapound, del Movimento Idea Sociale e del mondo del fascismo in generale. In altri due account “Gianfranco Corsi“, con dicitura nell’url “gianfranco.corsi.1232” (che chiamerò “Corsi1232“) e “corsi.gianfranco.5” (“Corsi5“, dove ha come amico il fratello Roberto), troviamo dei riferimenti molto forti al Movimento 5 Stelle (con l’account “Corsi1” era “amico” – si erano scambiati l’amicizia attraverso il social network – del deputato Daniele Del Grosso) e immagini con Matteo Renzi e Maria Elena Boschi impiccati:

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Abbiamo, quindi, ben 6 account a lui associati con amici in comune e contenuti simili, come quello del 13 gennaio 2018 dove mostra un’immagine con le foto di diversi politici (sono presenti oltre Laura Boldrini anche Matteo Renzi, Gianfranco Fini, La Russa, Mastella, Grasso, Berlusconi, Casini e altri ancora) dove viene espresso il desiderio di giustiziarli in piazza:

Questi vermi traditori della patria meritano solo di essere giustizziati in piazza per alto tradimentoooo

Riporto la descrizione di Gianfranco Corsi riportata dalle varie testate online:

Stando alle prime indiscrezioni non apparterrebbe a movimenti radicali o estremisti l’artigiano individuato dalla polizia. Secondo quanto si è appreso, l’uomo si “diletterebbe” a pubblicare sul suo profilo Facebook commenti e fotomontaggi per “denunciare” le cose che a suo giudizio non andrebbero bene in Italia. I particolari dell’indagine saranno resi noti domani nel corso di una conferenza stampa in programma alle 11 in Questura, a Cosenza, alla presenza del procuratore della Repubblica Mario Spagnuolo.

Il fratello, Roberto Corsi, venne citato dal Blog di Beppe Grillo in un post del 22 settembre 2013 e dalla deputata del Movimento 5 Stelle Giulia Sarti in un suo post Facebook dello stesso giorno:

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Scorrendo le foto del suo profilo notiamo parecchie scene di protesta molto colorite (1,2,3,4) anche insieme al movimento dei “Forconi” e post con riferimenti al Parlamento italiano (1,2,3):

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Tra le scene più plateali troviamo quella del 2015 dove si da fuoco:

3 fotogrammi del folle gesto di Roberto Corsi

Nel 2015 pubblica un post Facebook dove parla di un suo arresto:

Questo signore si chiama Piero *****, voglio ringraziarlo pubblicamente per la stima che ha dimostrato di avere nei miei confronti.
È un stato l’unico dal momento del mio arresto a venire in Questura, a informare la mia famiglia costantemente a venire in Tribunale a tutte le udienze e sopratutto a trasmettere la forza per andare avanti. Grazie Piero… Il 23 ci scambiaremo gli auguri a Palermo.

Nel 2014 elogiava un’aggressione (definita “Da medaglia“) dove era coinvolto un dipendente Equitalia commentando così:

Ben detto Giovanni , sono criminali autorizzati, ma se ne becchi uno e inizi a mandarlo al camposanto vedrai che ci penseranno due volte prima di andare in giro a notificare atti che altro non sono che estorsioni legalizzate.

In un video del 2017 si divertiva a distruggere la memoria di un registratore di cassa, mentre qualche giorno prima tentò il suicidio in diretta Facebook e dopo la protesta in una sede di Equitalia:

In un video pubblicato a favore del fratello (dove parla anche di “Nuovo Ordine Mondiale“, “Dittatura” e se la prende con il M5S), Roberto considera esagerato l’intervento in seguito alla condivisione di un’immagine che sarebbe stata trovata attraverso Google. Poi parla di profili fake e di identità citando chi è passato “dalle parole ai fatti“, ossia Luca Traini:

Facebook potrebbe chiedere in anticipo anche i documenti perché passare dalle parole ai fatti… [pausa]… i fatti li ha fatti Luca Traiani ieri con la rabbia in corpo. Non lo giustifico, è un atto criminale e un atto folle. Mio fratello ha esternato semplicemente una rabbia, una rabbia dentro contro la clandestinità. Mio fratello fa periodicamente visita ai centri di accoglienza, ha tanti amici…

Trovare un’immagine (sarebbe curioso sapere dove l’ha prelevata, ma spero l’abbia detto alle forze dell’ordine) con il messaggio “Questa è la fine che deve fare” e condividerla in quel modo non ha alcuna scusante. Roberto parla proprio di “rabbia“, una rabbia che aveva anche Luca Traini e che è appunto passato “dalle parole ai fatti“, ma nessuno poteva aspettarsi un atto di terrorismo del genere dove sono stati sparati colpi non solo a 6 persone di colore, ma anche a locali di imprenditori qualsiasi. Per suo fratello nessuno poteva sapere chi era realmente, se veramente si chiamava Gianfranco Corsi e se era un mite personaggio o una persona dalla storia violenta e propensa a gesti insensati. Roberto parla di documenti che Facebook potrebbe chiedere in anticipo, ma non basta un documento per scoprire cosa c’è dietro l’identità di una persona. Ben venga che suo fratello non sia capace di gesti come quelli di Macerata e che sia solo un condivisore di immagini del genere, ma Laura Boldrini non è nuova ad attacchi pesanti e auguri di morte nei suoi confronti, tanto è che risulta completamente comprensibile che di fronte a perfetti sconosciuti si faccia denuncia presso le autorità per tutelare la propria incolumità e quella della sua famiglia.

AGGIORNAMENTO 9 febbraio 2018 ore 20:48

Uno dei tanti esaltati che si nascondono dietro l’anonimato in Internet ha contestato il fatto che Gianfranco Corsi sia stato accusato di minaccia aggravata e che la macchina della giustizia si sia avviata d’ufficio e non per denuncia del minacciato (1,2):

Attendiamo che @DavidPuente, lo sbufalatore del Ministero della Verità della Presidenta, spieghi come augurare la stessa fine di Pamela si traduca in minaccia AGGRAVATA, che si realizza impugnando un arma. Facebook spara, oppure l’hater è il mandante degli assassini nigeriani?

.@DavidPuente, sai leggere? La minaccia semplice è perseguibile su querela di parte. La Presidenta ha presentato querela? Non risulta. Per la leader di #LiberieUGUALI si sono inventati la minaccia aggravata per procedere d’ufficio. Il problema è un troll o gli abusi di potere?

L’utente riporta a suo sostegno i seguenti screenshot prelevati da Brocardi.it in merito agli articoli 612 e 339 e dei casi esempio da sentenze di tribunale da Laleggepertutti.it:

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Secondo l’utente Laura Boldrini (prima dice “la leader” in singolare e poi parla in plurale, forse preso dal desiderio di scrivere in fretta) si sarebbe inventata la minaccia aggravata per procedere d’ufficio. Vediamo per passi:

Art. 612: “Se la minaccia è fatta in uno dei modi indicati nell’articolo 339, o se è commessa a danno di un minore o di persona in stato di infermità o deficienza psichica o se ricorrono circostanze aggravanti ad effetto speciale, la pena è della reclusione fino a un anno e si procede d’ufficio”

Art. 339: “Le pene stabilite nei tre articoli precedenti sono aumentate se la violenza o la minaccia è commessa con armi, o da persona travisata, o da più persone riunite, o con scritto anonimo, o in modo simbolico, o valendosi della forza intimidatrice derivante da segrete associazioni, esistenti o supposte.”

Sempre da Boccardi leggiamo la definizione di “persona travisata“:

Soggetto che ha alterato intenzionalmente il proprio aspetto esteriore così da essere irriconoscibile o quantomeno difficile a riconoscersi.

Questa può essere la motivazione per il quale si è deciso per la minaccia aggravata, considerando che l’uomo attraverso i suoi diversi account Facebook non mostrava in chiaro la sua identità (risultando poco credibile persino il nome usato “Gianfranco Corsi“).

Ricordo che si tratta di accuse e queste dovranno essere sottoposte al giudizio di un tribunale che potrebbe decidere di non procedere per tale tipologia di reato.

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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