Mi segnalano un curioso tweet riportante due foto:
Avevano le pezze al culo ora spendono 8000 per una borsa… E si dichiarano francescani.
Si parla della deputata grillina Giulia Sarti, coinvolta nello scandalo di “Rimborsopoli” dove ha tirato in ballo l’ex fidanzato e frontman di SocialTV, accusata di aver acquistato una borsa da 8000 euro, una “Hermes Birkin 35 black” (nello screen il post Facebook del 31 ottobre 2017 dalla pagina “Tropissime“, ma la trovate anche su Ebay):
Nella borsa in mano a Giulia Sarti manca qualcosa e ci sono degli elementi che fanno comprendere che non sia propriamente il costoso modello:
Come potete notare dalle due foto a confronto, a sinistra quella della borsa in possesso dalla Sarti e a destra quella presa dal negozio online, in quella della deputata manca la scritta “Hermes Paris Made in France” e la base della chiusura ha una forma rettangolare orizzontale contrariamente a quella verticale dell’originale. Osservando ulteriormente, le basi delle maniche non hanno entrambe la stessa forma soprattutto nella parte inferiore, ma mancano anche alcuni elementi “metallici” che nella borsa della Sarti sono presenti:
Esistono anche dei video tutorial per riconoscere i falsi dagli originali, ma possiamo già notare che gli elementi presenti nella borsa della deputata non ci sono:
Sembra di rivivere la storia del maglione di Agnese Renzi. Quella della Sarpi potrebbe essere una semplice imitazione (“tarocco“) come ne esistono un po’ ovunque e comprata in qualche negozio, ma non è quella citata nel tweet. Bisogna fare attenzione a non cadere in queste polemiche utilizzando elementi che possono risultare scorretti, atteniamoci tutti alle carte e ai fatti documentati che già bastano e avanzano.
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