Andrea mi segnala un curioso tweet riguardo ad una storia di mia vecchia conoscenza sulla presunta cessione dei mari del nord della Sardegna alla Francia:
MARE REGALATO DAL #PD
L’utente Francesco diffonde un’immagine riportante la vecchia polemica riguardo la presunta cessione dei mari del Nord della Sardegna alla Francia, una storia che risale al 2015. In un articolo di Sassarinotizie.com del 2016 vennero riportate le seguenti dichiarazioni del deputato del gruppo Misto Mauro Pili:
“I mari a nord della Sardegna diventano francesi. Con un blitz senza precedenti il governo Renzi ha ceduto alla Francia le acque più pescose al Nord della Sardegna. Un’operazione scattata nei giorni scorsi quando un peschereccio sardo una volta lasciato il porto di Alghero e raggiunte le tradizionali aeree di pesca al nord dell’Isola si è sentito intimare dalle autorità francesi lo stop immediato. Il messaggio è stato chiaro: fermatevi state entrando in acque nazionali francesi in base all’accordo internazionale sottoscritto dal governo italiano da quello francese. Le autorità francesi non ci hanno pensato due volte a fermare l’imbarcazione sarda. E’ solo così che tra ieri e oggi si è scoperto che un accordo internazionale siglato dal Ministro degli esteri francese Fabius e quello italiano Gentiloni aveva ceduto porzioni infinite di mare alla Francia, guarda caso quelle aree notoriamente più pescose e battute dalle imbarcazioni della flotta sarda”.
[…]
E’ un accordo che non ha nessun valore proprio perché non è stato ancora ratificato dal Parlamento italiano”.
In merito al peschereccio, la questione era stata trattata nei giorni prima in un’interrogazione parlamentare al Senato dove il Governo aveva ben precisato che si trattava di un errore ammeso dalle stesse autorità francesi, ammissione riportata anche dai siti francesi come Nicematin.com.
Per quanto riguarda tema della cessione, già nelle dichiarazioni riportate da Sassarinotizie.com notiamo una chiara e inequivocabile risposta: mentre inizialmente il deputato sostiene che i mari del nord della Sardegna diventano francesi, poi spiega che l’accordo non ha valore perché non è stato ratificato dal Parlamento italiano, quindi non sono diventati per nulla francesi.
Parliamo di un negoziato che era nato nel 2006 durante il Governo Prodi, ripreso nel 2012 da Mario Monti e nel 2015 firmato a Caen dai rispettivi ministri degli Esteri, Gentiloni e Fabius. In seguito al caso del peschereccio il nostro ministero aveva rilasciato un comunicato in cui si spiegava l’origine del trattato:
Il trattato firmato a Caen è stato il frutto di negoziati condotti tra il 2006 e il 2012, cui hanno partecipato i Ministeri dell’Ambiente per gli aspetti di protezione ambientale, della Difesa per gli aspetti di sicurezza, dello Sviluppo Economico per la piattaforma continentale, delle Infrastrutture e Trasporti per gli aspetti di navigazione marittima, delle Politiche Agricole per le questioni legate alla pesca e dei Beni Culturali per gli aspetti di protezione degli stessi.
Una definizione dei confini marittimi si è resa necessaria alla luce delle norme della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS) del 1982, che supera la Convenzione per la delimitazione delle zone di pesca nella baia di Mentone del 18 giugno 1892, convenzione che ha valore consuetudinario, in quanto applicata e mai ratificata, ai fini di colmare un vuoto giuridico.
Tralasciando ogni spiegazione riguardo al perché, al come, a quali siano le variabili che porterebbero a formulare tale trattato, questo non è ancora stato ratificato dal Parlamento italiano e fino ad allora è ampiamente scorretto sostenere che sia stato ceduto o regalato parte del nostro territorio.
La smentita del 2018
La stessa Farnesina, nella giornata del 18 marzo 2018, ha dovuto smentire queste dicerie:
Relativamente alle dichiarazioni di alcuni esponenti politici su possibili cessioni di acque territoriali alla Francia, si osserva che esse sono prive di ogni fondamento.
L’accordo bilaterale del marzo 2015 non è stato ratificato dall’Italia e non può pertanto produrre effetti giuridici.
I confini marittimi con la Francia sono pertanto immutati e nessuno, a Parigi o a Roma, intende modificarli.
Quanto alla data del 25 marzo essa, come informa l’ambasciata di Francia a Roma, riguarda semplicemente “una consultazione pubblica nel quadro della concertazione preparatoria di un documento strategico” sul Mediterraneo che si riferisce al diritto ed alle direttive europee esistenti e che non è volta in alcun modo a “modificare le delimitazioni marittime nel Mediterraneo”. L’ambasciata riconosce che “le cartine circolate nel quadro della consultazione pubblica contengono degli errori (in particolare le delimitazioni dell’accordo di Caen, non ratificato dall’Italia)” e aggiunge che “esse saranno corrette al più presto possibile”.
Si informa infine che a breve si terranno consultazioni bilaterali previste a scadenze regolari dalla normativa UE al solo fine di migliorare e armonizzare la gestione delle risorse marine tra i Paesi confinanti, nel quadro del diritto esistente.
Siamo sullo stesso piano di un disegno di legge che, per quanto certi utenti mancanti di un minimo di educazione civica, non ha assolutamente valore di legge finché non viene approvato da entrambe le camere, dal Presidente della Repubblica e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale. Finché non passa questi “ostacoli” è soltanto “carta straccia” (come diceva il mio professore di diritto).
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