Un’organizzazione a delinquere per truffare Amazon e Google

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[Questa storia è stata riportata ieri in un tread via Twitter]

La politica sui resi si è dimostrata il punto debole da sfruttare ai danni dei grandi Store online. Per accelerare i tempi, Amazon preferiva spedire un prodotto sostitutivo funzionante senza ottenere la restituzione della merce contestata. Solo l’anno scorso siamo venuti a conoscenza di un’organizzazione criminale dell’Indiana, composta da Erin Finan, sua moglie Leah e il loro complice Danijel Glumac, che era riuscita a sottrarre al noto portale di e-commerce ben 1,2 milioni di dollari.

Il metodo escogitato era abbastanza semplice. Erin e i suoi effettuavano svariati ordini utilizzando centinaia di account Amazon sotto falso nome, ricevevano i prodotti e successivamente presentavano un reclamo ritenendoli difettosi, con parti mancanti o guasti. Una sorta di “compri due e paghi uno” molto redditizia, ma a nulla sono servite le false identità create da Danijel Glumac. La truffa che aveva permesso il gruppo criminale di acquistare fotocamere GoPro, smartwatch Samsung e dispositivi tablet come Microsoft Surface, è finita grazie alle indagini dell’IRS, l’agenzia che negli Stati Uniti si occupa della riscossione delle imposte. Di fronte all’evidenza, i tre si sono dichiarati colpevoli di fronte alle accuse di frode postale e riciclaggio.

I resi facili non sono le uniche falle sfruttate dai truffatori. Benché le somme sottratte attraverso queste attività siano considerevoli, possiamo facilmente sostenere che si tratta di pochi spiccioli in confronto ai guadagni ottenuti da Amazon e dal suo proprietario Jeff Bezos, attualmente l’uomo più ricco del mondo, ma non per questo si può considerare il fatto tollerabile.

Il mondo di Telegram nasconde molte insidie e molte attività truffaldine. Quella che ho scovato di recente riguarda una vera e propria associazione a delinquere operante nel mondo degli Store online di cui fanno parte consumatori in malafede e i loro “broker”.

Quanti di voi vorrebbero poter possedere una console Playstation 4 con due controller e Fifa18 pagando 120 euro anziché 400? Uno sconto pazzesco che fa sicuramente gola e la vostra curiosità sale alle stelle. In Italia qualcuno ha sviluppato un metodo, vi dirà che è possibile, che è completamente garantito e che non si tratta affatto di una truffa, cercando di rassicurarvi in ogni modo purché rispettiate qualche semplice regola, ma se accettate il compromesso vi ritroverete a dover fare i conti con Amazon e Google.

La lista degli Store

Il metodo tutto italiano si chiama “GameSales” e viene gestito da personaggi che si nascondono dietro l’anonimato via Telegram utilizzando degli account Bot. Queste persone offrono un servizio che vi garantisce l’acquisto sicuro di un prodotto acquistato su Amazon, Google Store, Zalando, Aliexpress e altri Store online, recuperando completamente i vostri soldi. Ponendo l’esempio della console Playstation 4, una volta acquistata dallo Store di Amazon dovrete attendere il giorno della consegna, prendendone possesso dichiarando false generalità al corriere, e nelle successive 48 ore contattare questi intermediari compilando loro un modulo in cui dovete inserire il numero dell’ordine, il valore, la data di acquisto, la data di arrivo e un riferimento utile al tuo account in cui sei registrato all’interno dello Store (username, nome e cognome o email). Verrà inviata per conto vostro una contestazione del prodotto non ricevuto richiedendo un rimborso che, secondo i truffatori, dovrebbe pervenire presso il vostro conto dai 3 ai 5 giorni lavorativi. A questo punto dovrete pagare agli intermediari la commissione, pari ad una percentuale del valore dell’ordine e dal valore minimo di 50 euro, attraverso Paypal, Skrill o Bitcoin. In caso di mancato pagamento della commissione provvederanno a far bloccare il rimborso segnalandovi agli Store.

Cosa potrebbe succedere se non viene in alcun modo effettuato il rimborso? Secondo gli intermediari non ci sarebbe alcun problema, perché se il rimborso non va a buon fine potranno comunque rispedire il pacco con il prodotto chiedendo il reso. Una soluzione rischiosa, visto che per avviare la truffa si doveva dichiarare di non aver mai ricevuto la merce.

Il canale di principale

All’interno del canale e della guida viene fornita una lista con gli Store utili da sfruttare, dove troviamo non soltanto Google e Amazon nelle diverse lingue e nazionalità (Italia, Germania, Spagna e addirittura India), ma anche Apple Store, GameStop, Wish, Aliexpress, Zalando, Victoria’s Secret, Zappos e persino Zara e H&M. Ognuno presenta delle limitazioni ben chiare, come il numero massimo di richieste per il rimborso, il limite massimo del prezzo del prodotto desiderato e la commissione (che varia dal 30% al 35% per ogni ordine).

L’account Bot

Il metodo viene gestito tramite la chat pubblica Telegram “INFO ROOM – Amazon/Google/Other Store”, dove vengono forniti l’account Bot a cui rivolgersi per richiedere il servizio (@AmazonMethod_bot) e i vari documenti in formato Docx nelle versioni in lingua italiana o inglese, quest’ultimo probabilmente utilizzato per dare una parvenza di credibilità, di serietà e come servizio fornito anche all’estero. Infine, viene segnalato anche un canale dove vengono pubblicate le recensioni degli avvenuti rimborsi (@reviewrefund) con nomi in chiaro e i codici relativi agli ordini su Amazon. Una mossa stupida e davvero poco furba.

La recensione di Federico

Domenico Federico, ad esempio, nel mese di febbraio 2018 aveva ottenuto un rimborso di 154 euro da Amazon.de per l’ordine 303-9578696-4644328, per poi ripetersi con un rimborso di 175 euro per l’ordine 302-7405576-0865961.

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Somme in qualche modo modeste, ma negli altri screenshot pubblicati nelle chat e nelle guide del servizio troviamo un rimborso ottenuto da Google Store per un totale di 3500 euro, l’equivalente di due smartphone Pixel 2 XL (da oltre 900 euro l’uno), una Nest Cam IQ (da oltre 300 euro), un paio di Google Daydream View (circa 109 euro) e un Chromecast Ultra (da 70 euro). Il numero dell’ordine è parzialmente oscurato, ma sappiamo che inizia con GS890 e nello screenshot è presente la data del 7 febbraio 2018.

Il rimborso da Google Store

Federico, nel canale Telegram, è l’unico che mostra un volto e il nome in chiaro, ma per poter rintracciare ognuno di questi individui basterebbe poco per i grandi colossi come Google e Amazon. Concentrandosi sui numeri degli ordini, le date in cui sono stati effettuati e il totale del denaro versato, sarà loro possibile risalire ai diretti protagonisti della truffa, gli iscritti alla piattaforma. Per gli intermediari la strada è un’altra, ma per arrivare a loro gli Store dovranno prima denunciare i loro clienti affinché le autorità competenti verifichino il primo passo del flusso di denaro versato per le loro commissioni.

Il gruppo delle recensioni

Ovviamente, tutte le informazioni presenti in questo articolo, così come quelle contenute nei vari canali o chat Telegram, sono state consegnate ai dirigenti responsabili dell’area italiana degli Store citati, affinché vengano colpiti gli account dei rispettivi proprietari e vengano avviate le dovute indagini per truffa utili ad individuare gli intermediari.

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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