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Facebook ci permette di fornire un feedback su un post che riteniamo inadatto alla piattaforma. Ecco le categorie proposte per la segnalazione:
I tuoi feedback ci aiutano a capire quando c’è qualcosa che non va.
“Nudo”, “Violenza”, “Comportamento intimidatorio”, “Suicidio o autolesionismo”, “Spam”, “Vendite non autorizzate”, “Discorsi di incitazione all’odio”
Mi capita spesso di ricevere richieste di verifica su contenuti al limite dell’assurdo, violento, diffamatorio, che puntano ad ottenere una reazione emotiva ottenendo numerosi commenti e condivisioni. Ormai non dovrei stupirmi più di nulla, ma nulla toglie che a volte possa trovarmi di fronte a dei casi orrendi e vomitevoli.
Matteo mi segnala un video pubblicato domenica 18 marzo 2018 dalla pagina Facebook “Mino Franciosa” (condiviso anche nell’altra pagina “Mino Franciosa“) chiedendomi se si tratta di una bufala:
Buongiorno David, volevo sapere se il video da me postato, è una bufala
Il testo che accompagna il testo nella condivisione Facebook è parziale, ma andando a visitare la pagina in questione possiamo leggere tutta la descrizione:
IL VIDEO CHE STA FACENDO PIANGERE IL MONDO INTERO!!! SCAPPA E PROTEGGE IL SUO FRATELLINO DALLA GUERRA IN SYRIA … NON HO PAROLE MA TANTE LACRIME A VEDERE TUTTO QUESTO 🙁 CONDIVIDETE TUTTI GRAZIE
Il video, secondo quanto riportato da “Mino Franciosa“, riguarderebbe due bambini siriani che scappano dalla guerra. Un post emozionale che ha fruttato quasi 1 milione e mezzo di visualizzazioni, oltre 19 mila “mi piace“, 61 mila condivisioni e 3 mila commenti, il tutto con un video palesemente finto, ripreso da diverse telecamere e montato ad arte. Tuttavia i commenti non lasciano dubbi sul fatto che qualcuno si sia lasciato trasportare:
Antima: “Perché non li portano in Italia c’è tanta brava gente che è pronta ad ospitarli non posso vedere queste scene sono bambini ma ci rendiamo conto di cosa stanno passando queste povere creature la parola guerra non deve esistere ma dove sono le autorità competenti facciano qualcosa e anche in fretta.”
Margherita: “Che Dio punisca severamente i maledetti politici responsabili del massacro di innocenti che sta avvenendo in Siria; le fiamme dell’inferno possano bruciare loro e chi li sostiene, siano maledetti BASTARDI!!!”
Natalino: “Vedere il bambino ed il passaggio di quei carriarmati evidenzia la meschinità della guerra e l’impotenza di chi la conduce, esaltando invece un Bambino Uomo Eroe, ma purtroppo nel mondo non ci sono …… tanti bambini come Lui“
Seppur un occhio attento e razionale può facilmente intuire che si tratta di un video tratto da un film, non riguarda neppure il conflitto siriano, ma la seconda guerra cecena. L’opera cinematografica, opera di Michel Hazanavicius, si intitola “The Search” e risale al 2015:
1999. Seconda Guerra in Cecenia. Dopo l’uccisione dei genitori a cui ha assistito non visto, Hadji (nove anni) prende in braccio il fratellino neonato e fugge. La sorella maggiore, sopravvissuta, si mette a cercarli. Intanto Hadji, dopo aver messo al sicuro il neonato, incontra Carole, una funzionaria dell’Organizzazione europea per i diritti umani. La donna decide di occuparsi di lui. Seguiamo in alternanza anche le vicende del ventenne Kolia, recluta dell’Armata Russa.
C’è voluto pochissimo per trovare il film originale e la sua storia, ma non è la prima volta che “Mino Franciosa” pubblica video per ottenere condivisioni sull’onda dell’emozione. L’utilizzo di certi contenuti, in quel modo, con inviti alla condivisione riportando il falso, lo ritengo uno schifo.
È estremamente facile condividere un contenuto e basta poco per far conoscere qualsiasi cosa a tutti i vostri amici, parenti o seguaci. Un colpo di mouse, una ditata nello schermo del vostro smartphone, gesti che diventano naturali tanto da rischiare di farvi prendere la mano condividendo in maniera compulsiva cose che nemmeno conoscete o credete di conoscere, trasportati dall’emozione e dalla fiducia posta in qualcuno.
Oggi è venerdì 23 marzo, qualche utente aveva segnalato nei commenti che si trattava del film “The Search“, ma tutto è rimasto invariato da domenica 18 e dubito che cambierà qualcosa. Nel caso scegliete voi se segnalarlo a Facebook per “Spam“, al momento l’unica opzione che ci può dare a disposizione il social network.
Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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