La categoria in cui viene pubblicato questo articolo si intitola “Editoriale del Venerdì“, in cui qualche volta pubblicherò un pezzo dove riporterò qualche mia analisi e opinione sui fatti avvenuti durante la settimana.
Settimana scorsa, mentre mi dirigevo al Festival del Giornalismo a Perugia, avevo pubblicato un thread su Twitter poi riportandolo nella mia pagina Facebook in cui mi riferivo agli ultimi avvenimenti in Siria:
Bombardamenti in Siria da parte degli Stati Uniti, Francia e Regno Unito. Il motivo sarebbe il presunto attacco chimico a Douma. Uso consapevolmente la parola “presunto”, cercherò di spiegarvi i motivi e gli errori che vengono commessi in questi casi.
Ogni volta che si parla di Siria partono due narrative, una pro e una contro Assad, che pretendono aver ragione a tutti i costi. Per il caso di Douma hanno parlato entrambe, ma manca un controllo terzo e indipendente (giornalisti e investigatori) che non riescono ad accedere.
Una comunicazione da ambo le parti viziata da convinzioni e prove inconsistenti. Di recente ne ho trattate due. La prima pretendeva di rispondere a Roberto Saviano con un video (https://t.co/mr9ItR5QJU). L’ultima riguarda le “prove” riportate da diversi canali per sostenere le accuse di un falso bombardamento con sostanze chimiche (https://t.co/mHn7oplOR9).
Come dicevo, ognuno vuole avere ragione schierandosi da una parte o dall’altra a prescindere. Chi è contrario alla propria posizione viene considerato un venduto e/o bugiardo (https://t.co/9gfc6DIEx5).
Noto troppa esaltazione, la verità passa in secondo piano e serve soltanto per “vincere”. In merito alla Siria, mostrando come “prove” di manipolazione contenuti come quelli che ho riportato nei miei due pezzi perdiamo tutti.
Mi arrivano richieste di verifica da parte di persone che vogliono avere conferma di ciò che hanno visto online, o una smentita per tirarla addosso all’avversario o per farmi “ammettere” cose assurde. Se non poi non esce l’articolo perdono fiducia o dicono che son fazioso.
Perdono tempo nel farsi strane idee in testa, ma la risposta è semplice e l’ho spiegata abbondantemente in questo mio articolo (https://t.co/gyQXd0684t):
“Siamo tutti esseri umani e possiamo cadere in tentazione, incluso il sottoscritto.Per questo cerco di impormi di essere il più razionale possibile, tanto che nel cassetto ho centinaia di articoli in bozza contenenti numerosi appunti,dubbi e domande a cui non ho trovato risposta.
Preferisco pubblicare per ultimo o non pubblicare affatto piuttosto che fornire un contenuto di cui non sono nemmeno sicuro, ben consapevole che perderei terreno in fatto di visite e follower.”Non posso pretendere che tutti capiscano questo mio modo di operare, non sono qui per favorire qualcuno o un gruppo di persone con le loro idee e posizioni.
In tutto questo mi dispiace riscontrare che in certi atteggiamenti, a dir poco fanatici in alcuni casi, ci sia una mancanza di umanità. È un fatto che in Siria ci sia un conflitto e che ci siano delle vittime, averne rispetto sarebbe già un passo avanti.
All’interno del thread avevo linkato un mio precedente tweet che recitava così:
I polarizzati rifiutano qualsiasi cosa non sia in linea con il loro credo, etichettandola come falsa a prescindere, mentre il debunking non fazioso è solo quello che conferma le loro posizioni. Per sostenerle non si fanno problemi a passare sopra qualunque fatto o persona.
Così è stato, i polarizzati non sono mancati e hanno continuato a sostenere la loro parte ad ogni costo, sostenendo in alcuni casi che avessi confermato armi chimiche o prove della loro non esistenza. Mai detto né una né l’altra cosa, ma per loro poco importa perché vogliono aver ragione. In certi casi troverei in qualche modo “meravigliose” certe reazioni, ma in tutto questo vedo un grave problema soprattutto al livello di umanità.
In questo momento la Siria è un palcoscenico internazionale, dove sfilano due fazioni che in qualche modo ricordano molto il vecchio scontro “USA-URSS“. Chi vince questa guerra è di fatto la propaganda mediatica, mentre perdono i civili siriani che muoiono o scappano dal loro Paese. Dubito che a certi polarizzati interessino queste vite umane, preferendo sputare addosso all’avversario e a chiunque non sia in linea con loro.
Ho molti dubbi, moltissimi, su quanto sta accadendo a Douma. Mentre una fazione sostiene che siano state usate armi chimiche e l’altra smentisce categoricamente, di fatto gli investigatori indipendenti hanno grosse difficoltà ad accedere sul luogo dove il 7 aprile sarebbero state usate (o no):
[Da ilpost.it del 19 aprile 2018]
Gli ispettori dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPAC) non sono ancora riusciti ad analizzare i luoghi nella città siriana di Douma dove lo scorso aprile c’è stato un attacco chimico che ha ucciso decine di persone. Mercoledì l’OPAC ha detto che funzionari delle Nazioni Unite sono entrati a Douma, nella periferia orientale di Damasco, per fare un primo controllo dell’area: sono finiti però nel mezzo di un attacco con armi leggere e vicino a loro è esplosa una bomba. Non ci sono stati feriti, ma l’OPAC ha fatto sapere che non manderà i suoi ispettori finché non sarà garantita la loro sicurezza nei luoghi dove si cercheranno le prove dell’attacco chimico del 7 aprile.
Queste situazioni fanno nascere inevitabilmente dei dubbi e paranoie, c’è chi addirittura sostiene che abbiano “ripulito” le prove:
Per “ragioni di sicurezza” il governo siriano e le autorità russe nel paese non avevano dato il via libera all’Onu di rilasciare l’autorizzazione formale agli ispettori Opac per recarsi a Douma, pattugliata dalla polizia siriana e da quella militare russa.
[…]
Parigi intanto avverte: “molto probabile” che a Douma scompaiano le prove Secondo il ministero degli Esteri francese è “altamente probabile” che le prove del presunto attacco chimico a Douma vengano rimosse prima dell’arrivo degli ispettori dell’Opac (Organizzazione per la Proibizione delle armi chimiche).
In un comunicato, il ministero degli Esteri francese precisa inoltre che il luogo, dove hanno perso la vita almeno 40 persone, “è interamente controllato dagli eserciti russo e siriano” e che ancora gli ispettori non hanno potuto accedervi. Parigi ha quindi nuovamente invitato la Siria a garantire agli ispettori dell’Opac l'”accesso completo, immediato e incondizionato” a tutti i siti che devono visitare, alle persone che desiderano interrogare o ai documenti che devono consultare. “Assad e i russi bloccano il lavoro degli ispettori Opac”, denuncia la premier britannica Theresa May, mentre gli americani accusano direttamente i russi di avere “manipolato il sito di Douma”. Il ministro degli Esteri russo naturalmente nega tutto sdegnato. Resta il fatto, accertato, che le firze russe e i lealisti siriani sono stati i primi a visitare il sito senza alcun osservatore internazionale a vigilare sul loro operato.
L’attacco da parte di Stati Uniti, Francia e Regno Unito è avvenuto senza alcuna verifica da parte dell’OPAC. Senza un dato certo come si può sostenere di aver superato la “linea rossa“? Chi sostiene con estrema sicurezza che non sia successo niente a Douma compie il loro stesso errore, perché entrambi si stanno fidando di informazioni fornite dai cosiddetti “media di parte“.
Circolano video dei bambini morti e di soccorsi frenetici, che una parte etichetta come falsi (personalmente me lo auguro sempre e comunque), così come si mostrano tramite i media sotto controllo governativo (quindi bugiardi per gli altri) bambini vivi e vegeti come prova che non è stata usata alcuna arma chimica. La tesi prediletta è che i media degli “altri” sono sempre e comunque “di parte“. Chi è a favore di Assad e di Putin dirà che i media occidentali sono bugiardi a prescindere (tranne quando danno loro ragione, come il caso di Robert Fisk), mentre quelli controllati dai loro rispettivi governi sono “onesti“. La teoria è ribaltabile dal punto di vista dei loro avversari, ma poco importa.
Ho visto il video del canale televisivo russo dove intervistano un bambino e suo padre che smentirebbe la storia degli attacchi chimici, sostenendo di essere “pagati” con “datteri, dolci e riso” per fingere e farsi “curare” in ospedale. Una dichiarazione molto interessante sulla vicenda, ma seguendo il modo in cui pensano certi personaggi chi ci può confermare che a loro volta non siano stati “pagati” (o minacciati) per mentire di fronte alle telecamere? Si sono mai posti questa domanda o è lecita solo se rivolta contro gli altri?
In questi giorni sono usciti alcuni articoli dove si parla della scoperta di laboratori chimici in mano all’opposizione siriana. Tenete conto che nel video mostrano che all’interno del laboratorio c’era una bombola gialla simile a quella ritrovata in un altro video dei ribelli per sostenere l’avvenuto dell’attacco (che per qualcuno era una bombola da autorespiratore, con dimensioni e forma diverse). Se l’OPAC confermerà l’uso delle armi chimiche potremmo ritrovarci di fronte una nuova versione della storia dove le colpe verranno completamente riviste? Anche questa è una bella domanda.
Potrebbe essere tutto vero come falso, da una parte o dall’altra, ma io preferisco attendere i risultati dell’OPAC qualunque essi siano. Il loro verdetto farà senz’altro gioire un gruppo, che riderà in faccia all’altro urlando “Bugiardi! Avevamo ragione!“, ma in tutto questo non c’è alcun reale vincitore: ci saranno solo poveri e tristi tifosi sfegatati, interessati a vincere una battaglia che non gli appartiene e disinteressati delle vite rovinate da una guerra infinita. Non vi chiedo scusa, non voglio essere come voi.
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