Il video del bullo che viene punito in Russia non è come ve lo raccontano

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Da ormai una settimana non si fa altro che parlare di bullismo grazie ad un video dove uno studente di Lucca aggredisce e minaccia il suo professore. “Prof, mi metta 6 e non mi faccia incazzare“, urla il bulletto al docente sfidandolo con un “Chi comanda qui? Si inginocchi!“, il tutto mentre un compagno di classe lo riprende con un cellulare con qualche risata di sottofondo dei coetanei. A questo punto la Rete reagisce, desiderosa di punire certi comportamenti, permettendo la diffusione di video come quello pubblicato dalla pagina Facebook “Noi Poliziotti per sempre” il 19 aprile 2018 ottenendo oltre 100 mila condivisioni e quasi 3 milioni di visualizzazioni:

Quando fai il bullo ma ti dimentichi di essere in Russia!!

Il video presenta dei sottotitoli dove si racconta di uno studente che durante la lezione di aritmetica si prende gioco della propria insegnante per poi ritrovarsi di fronte ad un ufficiale che lo rimprovera prima dell’amara e severa punizione:

Titolo: “Storia di bullismo in Russia.

Introduzione: “A lezione di aritmetica uno studente si prende gioco della propria insegnante: ma questo è un po’ troppo.

Ufficiale: “Ma cosa ridi? Nessuno di noi ride di questo. Rispetti l’insegnante rispetti i russi. Quanto gli hanno dato? 2 anni? Perfetto, imparerai“.

Messaggio finale: “Pensa al futuro. Vivi correttamente il presente.

In seguito al rimprovero dell’ufficiale, al ragazzo viene rasata la testa e inserito all’interno di un carcere minorile dove verrà “messo in riga“. Che cosa comprendono gli utenti attraverso questo video? Che in Russia i bulli vengono “puniti” e “corretti” in questo modo e che tale pratica dovrebbe essere introdotta in Italia, come sostiene in un commento Luisa:

Luisa: “Più che giusto. Questo sistema dovrebbe essere applicato qui da noi. C”è troppa maleducazione prima alcuni genitori dovrebbero imparare l”educazione per poi trasmetterla ai figli.

Il video originale circola online da qualche anno (caricato nel 2016 da diversi canali Youtube), ma mancano delle informazioni utili a comprendere la sua vera storia. Innanzitutto è chiaro a tutti che si tratta di un video utile a sensibilizzare i ragazzi, ma il ragazzo non finisce in un carcere minorile in quanto bullo ma in quanto ladro.

Nel sito Miloserdie.ru troviamo un articolo del 25 maggio 2016 dove viene raccontata la trama del video:

Сюжет этой социальной рекламы прост: подростки издеваются над учительницей и снимают свои проделки на мобильный телефон, чтобы выложить видео в интернете, главный заводила крадет у нее кошелек, за что получает 2 года колонии.

In pratica, il ragazzo (interpretato dall’attore Nikita Kuznetsov) era stato condannato a due anni di detenzione per aver rubato il contenuto della borsetta dell’insegnante e non per l’atto di bullismo. Sebbene quest’ultimo tema venga comunque considerato dagli autori del video, l’obiettivo è spiegare ai giovani che non è bello essere una sorta di “personaggio negativo” invitandoli a prendere una posizione “normale” nella società.

Il video venne ripreso presso la struttura minorile di Kolpinsky (a sud-est di San Pietroburgo), considerata la migliore “colonia educativa” del Paese. L’ufficiale che rimprovera il ragazzo è il responsabile dello stesso centro, Vladimir Ivlev, il quale spiega in un’intervista rilasciata nel 2014 che i ragazzi giungono nella struttura dopo essere stati condannati per reati gravi (in precedenza anche per reati minori, ma la storia è cambiata in seguito ad una riforma giudiziaria).

In Russia la responsabilità penale dei minori inizia dai 16 anni, ad eccezione di alcuni reati (come ad esempio l’omicidio) a partire dai 14. Attualmente stanno valutando l’introduzione di multe per chi compie atti di cyberbullismo nei social, un problema abbastanza seguito nelle ultime settimane.

Le firme presenti alla fine del video condiviso dalla pagina Facebook

È chiaro che il video pubblicato nella pagina Facebook non è opera dei suoi amministratori. Fin dall’inizio è presente il watermark (“firma“) del portale Spb24.it e nel finale i siti ad esso collegato (come l’agenzia turistica “La Casa di Bury” e l’Amarcord Caffè di San Pietroburgo).

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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