Anni, anni, anni… anni di Berlusconismo e di vittimismo incessante si fanno ancora sentire. Dalla “magistratura rossa” o “magistratura del Piddi” che indaga sui partiti oppositori, dove poi per qualcuno vige la regola “la magistratura buona è quella che colpisce il mio avversario“.
Nella giornata di ieri avevo condiviso nella mia pagina Facebook un articolo de La Stampa in merito ad un fatto che non mi è piaciuto affatto:
Da La Stampa: “Tre giornalisti genovesi – appartenenti a La Stampa, al Fatto Quotidiano e a Repubblica – sono stati interrogati per tre ore in caserma dalla polizia di Bolzano per rispondere, su richiesta della Procura di Genova, di alcuni articoli relativi ai presunti flussi finanziari della Lega.“
Su Giornalettismo vengono riportati i nomi dei giornalisti e la situazione:
I giornalisti coinvolti sono Ferruccio Sansa de Il Fatto Quotidiano, Marco Preve de La Repubblica e Matteo Indice de La Stampa. Stavano cercando di capire, nella fattispecie, la congruenza di un report di una fiduciaria del Lussemburgo che segnalava alla Banca d’Italia un movimento sospetto, da 3 milioni di euro, che coinvolgeva in qualche modo la Sparkasse di Bolzano. I giornalisti stavano cercando di capire se quella cifra potesse essere considerata una parte di quei 48 milioni di rimborsi elettorali della Lega di cui nessuno sa più nulla.
Parte il “complottone“, un po’ come durante il sequestro di Butac.it dopo la caduta del PD alle elezioni del 4 marzo (“sono cadute le difese da parte del PD“). Quindi? Che dietro questa azione della Guardia di Finanza ci sia il Ministro dell’Interno? L’aria sta cambiando? Beh, due “fronti” diversi la pensano in questo modo, e questo articolo nasce dai due commenti pubblicati proprio nella mia pagina:
Commentatore 1: “Aspetta… chi è Ministro degli Interni?”
Commentatore 2: “Rosicate ancora un po’ di legno L’aria è cambiata“
Due commenti che, leggendoli attentamente, potrebbero essere riconducibili a due persone che non sono propriamente politicamente vicini. Il secondo, in particolare, risulterebbe un sostenitore dell’attuale Ministro dell’Interno e dal suo commentare sembra che sia convinto di un “cambiamento“.
Ad entrambi la stessa risposta data in passato a tanti altri utenti che credevano alla “magistratura politicamente manovrata dai poteri forti al Governo“: il Ministro dell’Interno, o qualunque altro Ministro, non può ordinare un atto del genere ad un magistrato o a una Procura. Ricordiamoci l’articolo 104 della nostra Costituzione che inizia così:
Articolo 104
La magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere.
Quindi, così come un magistrato indagava su un pentastellato, un leghista, un forzista o altri partiti oppositori al PD non vuol dire che quest’ultimo sia intervenuto per ordine del Ministro dell’Interno (o del Ministro della Giustizia), così come ora nessun Ministro può interferire e dare ordini alla magistratura. Nel caso si riscontrasse una qualche pressione, qualche “inciucio“, si parlerà d’altro, ma fino a prova contraria nessuno dovrebbe insinuare alcunché, chiunque siano i protagonisti.
Ora passiamo al perché del mio post e alla mia frase “Questa storia non mi piace affatto“.
Le motivazioni della Procura di Genova? I giornalisti sarebbero stati chiamati per rispondere di alcuni articoli sull’inchiesta pubblicati lo stesso giorno (come questo). Al momento ci sono i comunicati della Federazione nazionale della Stampa italiana e delle testate coinvolte a sostegno dei tre giornalisti. Ecco quanto riporta Il Fatto:
Il nostro Ferruccio Sansa e i colleghi di La Stampa e Repubblica, Matteo Indice e Marco Preve, sono stati a lungo sentiti senza avvocato dalla Guardia di Finanza, a Bolzano, su quanto scritto nelle edizioni del 13 giugno 2018 a proposito di un’inchiesta della Procura di Genova su un’ipotesi di truffa e riciclaggio che riguarda 48 milioni di finanziamenti pubblici alla Lega.
L’inchiesta è da tempo nota. L’uscita degli articoli non ha certo impedito agli inquirenti di acquisire elementi di prova come infatti è accaduto a Bolzano. Siamo sconcertati per l’iniziativa della Procura di Genova, esprimiamo la nostra solidarietà ai colleghi coinvolti e ringraziamo la Fnsi, l’Associazione ligure dei giornalisti, l’Ordine ligure dei giornalisti e il Gruppo cronisti liguri per il tempestivo intervento a tutela della libertà di stampa e del diritto di essere informati.
I Comitati di redazione del Fatto Quotidiano e de ilfattoquotidiano.it
Qualcuno parla di “atto intimidatorio“, che sono stati “trattenuti” e di azione “muscolare“. Bisogna considerare che non si riscontrano ipotesi di reato contestabili ai giornalisti interrogati. I magistrati volevano sapere qualcosa in più? Legittimo, ma il gesto risulterebbe invasivo ed esagerato (posso dire la stessa cosa per il caso di Butac). Certamente bisognerà attendere la versione della storia da parte dei tre giornalisti coinvolti, sempre se decideranno di farlo.
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