Una vignetta pubblicata su Repubblica a firma Massimo Bucchi è stata oggetto di discussione durante questo inizio settimana, in particolare dopo un articolo di Libero dal titolo “Il nazista Salvini spara in testa agli africani nel fiume. Lo schifo di Repubblica: mai così in basso”
Nella vignetta osserviamo, in un’ambientazione che rimanda al periodo coloniale in Africa, quello che potrebbe essere uno schiavo dalle pelle nera che cerca di attraversare un fiume fermato da un coloniale (o da uno schiavista) che con una certa disinvoltura gli punta una pistola nell’intento di fermarlo. L’uomo in acqua, a quel punto, dice “Doctor Salvini, I presume” (tradotto semplicemente: “Dottor Salvini, presumo“). Quest’ultima è una citazione alla presunta frase attribuita a Henry Morton Stanley rivolgendosi David Livingstone (“Dr. Livingstone, I presume“).
Matteo Salvini non sembra averla presa bene, condividendo l’articolo di Libero e domandando se era il caso di iniziare a querelare:
Squallore incredibile. Che dite, iniziamo a querelare?
Come se non bastasse, anche il 27 giugno 2018 se la prende per un’altra vignetta pubblicata da Il Fatto Quotodiano a firma Mannelli:
Che vignetta carina…? Alla faccia di chi ci vuole male, buongiorno amici!
Il 26 giugno avevo chiesto agli utenti via Twitter e Facebook cosa pensavano della vignetta di Bucchi, così come ho posto la stessa domanda agli amici vignettisti e satirici come avevo fatto per l’episodio di Charlie Hebdo nel 2016:
Vignetta di Bucchi su Repubblica che Salvini vorrebbe querelare. Secondo voi è Satira? Perché? Dite la vostra (seriamente ed educatamente).
Tweet: https://goo.gl/et73e2
Link: https://goo.gl/pJkb5U
Vi lascio alle risposte che ho ricevuto (per gli utenti ho dovuto selezionare, siete stati tanti e vi ringrazio). Per correttezza, solo alla fine troverete la mia opinione a riguardo.
La parola agli utenti
Pierluigi fa una lettura politica sulla Satira:
Non è satira. È pura provocazione in perfetto stile comunista. Per provocare esattamente un certo tipo di reazione emotiva in un certo tipo di lettore sprovveduto e del tutto ideologizzato.
Per Giulioff è satira, contrariamente a Pierluigi:
É satira. Riferimento al colonialismo passato e un ritorno a parole d’ordine del periodo, esempio nazionalismo e sovranità. Ancora con parole come identitario e uomo bianco portatore di civiltà.
Anche Marco su Twitter segue la posizione della vignetta satirica:
Si è satira. La satira prende in giro il potere (e Salvini è potente) e ne enfatizza vizi e manie. Poichè Salvini è xenofobo e razzista, questa vignetta satirizza in modo brillante, partendo dal noto “Doctor Livingstone I presume” di Stanley, che temo pochi salviniani conoscano.
Ecco cosa sostiene Cali-bano:
La satira racconta la realtà, tirando pugni allo stomaco.
E’ questo che la differenzia dalla comicità.Che la storia racconti l’Africa sfruttata, ieri come oggi, è una cosa su cui è meglio tacere?
Anche per Guittaldo è satira:
E’ satira! Castigat ridendo mores! E’ una esagerazione della realtà che induce a riflettere con intento moralizzatore.
Maurizio va dritto citando anche Forattini:
Bucchi è un grande vignittista satirico, uno dei migliori in Italia. La vignetta di cui sopra, è SATIRA, può urticare, ma la Satira deve farlo. Forattini disegnava Veltroni come un verme, che umanamente è peggio secondo me.
Alessandra è stata breve, ma molto chiara:
Sì, è satira. Ma sottintende qualcosa di ben preciso ed è quello a dare fastidio.
Paolo è uno degli utenti che fa riferimento a Charlie Hebdo:
Si, è satira e secondo me è una delle migliori vignette che girano su Salvini. Questo non significa che Salvini sia un macellaio pronto a sparare a un migrante in difficoltà . È una esagerazione tipica delle vignette satiriche (Charlie Ebdo insegna). Poi che sia pieno il mondo di gente che non la capisce è un altro discorso.
Ecco il parere di Marco su Facebook:
Vignetta brutta e di un radical chic fastidioso (opinione personale) ma che non ritengo possa essere ritenuta reato nemmeno con molta fantasia. La querela mi sembra solamente un fare la voce grossa che non porterà a nulla di concreto.
Critica/sbeffeggia (almeno nelle intenzioni) un personaggio pubblico, quindi è senza dubbio satira.
Secondo Luisa sarebbe da querelare:
La situazione riprodotta in una vignetta che pretende di essere satirica deve avere qualche attinenza con la realtà che intende prendere in giro. In questo caso è una vignetta senza capo né coda, semplicemente offensiva, e molto offensiva. Io querelerei immediatamente.
Anche secondo Aelfric sarebbe da querelare:
Diciamo che da quasi un mese ogni giorno qualcuno di sinistra si alza e dà del razzista a Salvini.
Il problema della vignetta è che mette in mano a Salvini una pistola e lascia presumere che possa sparare.
Attribuisce a Salvini un intento omicida nei confronti del nero tant’è che questi lo riconosce per il gesto.
È una forma di stigmatizzazione forte, quasi gratuita.
Se letta in questo modo è certamente offensiva.
Data l’escalation con la quale la sinistra si scaglia contro salvini la prossima volta lo immortaleranno in divisa da ss.
Neanche con Minniti furono così ingenerosi, benché questi abbia istituito i lager libici.
Se querela, Salvini ha ragione.
L’ultima la lascio ad Adriano:
La Satira con la maiuscola deve portare a riflettere.
Questa vignetta è umorismo nero e non fa nemmeno ridere. Salvini non ha nulla a che fare con Stanley e i motivi che li legavano all’Africa sono ben diversi.
Una querela non è necessaria ma è giustificata.
Per Bellu la querela è eccessiva:
Pur con tutta l’antipatia per @matteosalvinimi la vignetta non mi pare satira. Credo che pochi conoscano l’episodio a cui si riferisce che ovviamente non c’entra nulla col dibattito attuale. La querela mi sembra eccessiva, è solo una brutta vignetta.
Non potevo non citare Andrea:
Se riescono a querelare lui i giudici sono moralmente obbligati a mettere al rogo ghisberto
Vorrei pubblicarli tutti, ma devo fermarmi.
La parola ai vignettisti e satirici
Come nel 2016, ecco qualche risposta fornita da amici vignettisti e satirici. Iniziamo da Daniel Cuello:
La satira è come il sapore: è soggettivo. C’è chi la digerisce, chi no, chi la trova offensiva e chi liberatoria. Dire se “qualcosa” è satira è praticamente impossibile. C’è a chi piace la liquirizia, invece a me fa schifo, per esempio. Ma non per questo mi viene voglia di dare fuoco alle piantagioni di liquirizia.
Passiamo agli amici di Lercio, iniziando da Alfonso Biondi:
La vignetta è forte e provocatoria, ma, a mio avviso, non ci sono dubbi sul fatto che sia satirica:
– La satira attacca il potere e le sue malefatte. Il bersaglio della vignetta è Matteo Salvini, cioè chi detiene il potere e lo sta usando in maniera (quantomeno) discutibile.
– La satira esprime un punto di vista. Attraverso l’esagerazione – disegnando cioè Salvini che punta una pistola contro un africano in mezzo a un fiume – l’autore ci dà il suo: a suo avviso, il Ministro dell’interno sulla questione migranti si sta comportando da vero farabutto.
– La satira utilizza la risata come mezzo. In questo caso, la risata scaturisce dalla frase “Salvini, I presume”, adattamento della storica “Dr LivingStone, I presume”, pronunciata dal giornalista Stanley una volta trovato LivingStone in Tanzania.Vignetta, dunque, forte ma satirica. A proposito, vi ricordate quando eravamo tutti Charlie?
Passiamo al parere di Vittorio Lattanzi di Lercio:
Il contesto fa la differenza, perché una notizia che può sempbrare razzista su Lercio poi viene smontata dal contesto. Lercio è il contenitore Lercio, poi sicuramente l’articolo sarà pieno di cavolate e battute, quindi alla fine lo capisci che è una parodia e magari un senso opposto rispetto al titolo.
Ecco l’intervento di Vincenzo “De Complottis”:
È brutta la battuta. Doctor perché? Anche il contesto che descrive l’immagine.
No, non è satira, è una forzatura, si cerca la battuta ad ogni costo. L’immagine descrive un tipo che sta passando dalla sponda di un fiume all’altra e questo colono gli punta la pistola.
Ok può essere evocativa, ma la vedo forzata. Anche la battuta non mi fa impazzire
Passo a Davide La Rosa, fumettista e sceneggiatore (il suo blog e la sua pagina Facebook):
Secondo me è una vignetta satirica riuscita. Perché c’entra il punto, sintetizzandolo bene: ci sono delle persone in difficoltà, in mezzo al mare, mentre un Governo irresponsabile se ne sta al sicuro, minacciando di morte quella povera gente. Perché quando ti rifiuti di salvare delle persone, rimbalzandole, stai condannando quelle stesse persone alla morte.
Tocca a Daniele Fabbri (attore, scrittore e comico – visita il suo sito):
Per essere satira, lo è. A mio gusto un po’ claudicante, ma lo è.
Premettiamo che è una vignetta per colti, che devono conoscere la citazione di Stanley che saluta Livingstone, quindi riferimento non immediatissimo. Ma questo non è necessariamente un male.
E il riferimento è anche un po’ “stravolto”, nell’episodio originale la frase è del giornalista britannico, ed è rivolta a Livingstone che era un antischiavista, qui invece la frase la dice lo schiavo rivolto al suo negriero. Non è sbagliato, ripeto, è solo una serie di “ostacoli” da superare, che di solito sono i nemici della risata. È un po’ come raccontare una barzelletta dove a metà sbagli i nomi dei personaggi che hai detto prima, e chi ascolta si stranisce ma lascia correre. Ma resta una vignetta satirica, a mio avviso.
Ho chiesto a che a Mario Natangelo, fumettista de Il Fatto Quotidiano:
Direi che questa vignetta mi piace perchè crea quell’effetto straniante che non so spiegare ma funziona. Senza testo sarebbe semplicemente una stampa, un’immagine violenta e angosciante. Poi c’è la bravura dell’autore (che, nel caso di Bucchi, è maestro in questo tipo di lavoro sulle immaggini) che inserisce una frase che trasla completamente il significato dell’immagine, trasforma il brutto in qualcosa d’altro. Ridicolizza il male, forse, nel senso che lo rende divertente. E’ come il famoso poster de Il Male che prese la foto di ALdo Moro nel covo delle Br: la foto è terribile, l’uomo è dimesso, prigioniero, trasandato, messo male insomma. Ci aggiunsero un baloon con la scritta ‘scusate, abitualmente verso marzotto’.
Interviene anche Alessandro Mereu, in arte Don Alemanno (segui la pagina Facebook “Jenus“):
Se la analizziamo dal punto di vista tecnico, è certamente identificabile come satira. Dal punto di vista legale però, se Salvini denunciasse l’autore, probabilmente vincerebbe, perché (immagino) sia impossibile per l’autore dimostrare in tribunale che nella vignetta rappresenta una situazione realistica. Come fa a dimostrare che Salvini è razzista, o ancor più che sparerebbe a un nero?
Di certo non tirando in ballo dichiarazioni pubbliche suscettibili di interpretazione. Non è qualcosa di dimostrabile. Per lo meno dubito lo sia allo stato attuale delle cose e di conseguenza verrebbe configurata come calunnia, o qualcosa di simile. Non sono un esperto, ma a naso penso sia così.
Concludo con la pungente di Ettore Ferrini, autore presso Il Vernacoliere:
Certo che è satira. Trovo che Salvini paragonato a Livingstone sia anche piuttosto lusinghiero, Forattini disegnava D’Alema in divisa e con i baffetti alla Hitler, giusto per citare il primo che mi viene in mente. Peraltro sono fresco reduce da una querela dell’On. Sibilia, che ha preferito farselo spiegare dal giudice, che ha archiviato il caso, cosa sia il diritto di critica. In materia di libertà abbiamo un problema serio in questo Paese e non sono le vignette, più o meno irriverenti, ma il fatto che il potente di turno abusi della propria posizione per intimorire noi autori di satira o gli organi di informazione. Tanto, male che gli vada, gli avvocati glieli paghiamo comunque noi, oltre al dover pagare i nostri per difenderci. Salvini non è il primo né sarà l’ultimo a usare l’arma dell’intimidazione, stupisce però che proprio lui che della provocazione ha fatto una bandiera, anche di recente parlando di “pacchia” e di “crociere” riferendosi ai richiedenti asilo, si dimostri così suscettibile per una vignetta, che in pochi avevano visto e che domani avrebbero già tutti dimenticato. A esser maligni ci sarebbe da pensare che questo sia il suo ennesimo spot elettorale.
La mia opinione
Concludo con la mia opinione. Rispetto ognuna di quelle riportate e di quelle pervenute sui social sui miei profili, pro o contro sia sul fatto che sia Satira o se Salvini faccia bene o male a querelare, servono per comprendere anche il pensiero di chi la pensa diversamente e magari trovare punti su cui dover riflettere (pazienza se altri non apprezzano questa pratica, ma rispetto anche questa posizione nonostante tutto).
Personalmente penso che sia Satira e non ci vedo alcun motivo per querelare, visto anche il caso di Ettore Ferrini con Carlo Sibilia potrebbe anche perdere la causa, mentre non ritengo sia Satira mostrare una bambola gonfiabile sostenendo che sia una sosia di Laura Boldrini.
Nella vignetta di Bucchi c’è una raffigurazione chiara in merito ai recenti avvenimenti. Intanto, contrariamente a quanto sostenuto da Libero, l’uomo bianco nella vignetta non spara all’uomo nero, ma nell’intento di intimorire e di imporsi lo minaccia puntandogli l’arma contro. Una posizione di potere dell’uomo bianco il quale non vuole permettere l’arrivo, qualunque sia il motivo, da parte dell’uomo nero verso l’altra sponda del fiume. Il che mi fa pensare appunto ad un Matteo Salvini nel caso della nave Aquarius.
Il Ministro dell’Interno domanda agli utenti se deve iniziare a querelare, il che potrebbe far pensare che non sia intenzionato a farlo o che vuole una “spinterella“. In verità ci vedo piuttosto un brutto epidosio di intimidazione da parte sua non solo verso Bucchi, ma verso tutti i vignettisti o satirici che oseranno operare nei suoi confronti. Immaginate ora la stessa vignetta con l’uomo bianco (Salvini) che punta l’arma contro l’uomo di colore (un vignettista) mentre chiede all’osservatore “Che dite, iniziamo a querelare?“.
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