Avevo già scritto diversi articoli in merito alla normalizzazione della violenza (1–2–3–4), ma abbiamo altre forme di “normalizzazione” di cui dobbiamo discutere.
normaliżżazióne s. f. [der. di normalizzare]. – 1. L’atto, il fatto di normalizzare, di normalizzarsi, d’essere normalizzato; ritorno a una situazione considerata normale: n. dei rapporti tra due stati, mediante il ristabilimento di relazioni normali; n. dei rapporti diplomatici; n. della vita politica d’una nazione; n. della situazione interna, dopo un periodo di sconvolgimenti, di agitazioni o disordini (spesso eufem. per indicare un ristabilimento dell’ordine ottenuto con metodi repressivi e con l’abolizione delle libertà); n. dei traffici, degli scambî commerciali, ecc.
La segretaria assunta da Luigi Di Maio
Il 18 luglio 2018 viene pubblicato un articolo su Il Giornale dal titolo “Di Maio assume l’amica a 70mila euro l’anno” dove leggiamo:
Il ministro dello Sviluppo economico Luigi di Maio non dimentica le proprie origini pomiglianesi.
E soprattutto non abbandona i vecchi amici (attivisti) grillini. Appena sbarcato al Mise, il capo politico dei Cinquestelle ha cominciato a piazzare gente fidata nei ruoli strategici della struttura ministeriale. La prima nomina è andata a Vito Cozzoli, scelto da Di Maio come capo di gabinetto: Cozzoli, silurato da Carlo Calenda, è stato richiamato da Di Maio dopo l’esperienza con l’ex ministro Federica Guidi. L’ultima poltrona è stata assegnata invece ad Assia (Assunta all’anagrafe) Montanino, 26 anni di Pomigliano D’Arco, il comune dell’hinterland napoletano da cui arriva Di Maio e dove vive la famiglia del ministro. Sul sito del ministero è specificato che Montanino assumerà l’incarico di «segretario particolare» del ministro. Quindi lo seguirà dappertutto.
Un balzo di carriera impressionante per la giovanissima napoletana di cui non c’è traccia negli archivi della PA. Avrà ruolo fondamentale nell’attività del ministro, curando agenda, incontri e priorità dei dossier. In comune con il ministro, oltre alla residenza nella città che ospita uno dei più grandi stabilimenti Fiat (Fca) nel Sud, ha la passione per la politica. Attivistà grillina della prima ora, ha tentato, con esito negativo, l’esperienza politica alle comunali di Pomigliano nel 2015: era candidata nella lista guidata Dario De Falco, vero braccio destro di Di Maio. Montanino raccolse 170 voti, sfiorando l’elezione. La delusione non ha allontanato la giovanissima militante dal M5S; il «premio» è arrivato con la chiamata a Roma al fianco del vicepremier del governo Conte. La fedeltà grillina c’è. Manca, per ora, la trasparenza sul curriculum, che non è stato ancora pubblicato sul portale ministeriale. Una laurea in Economia in tasca, ma sembra che la prescelta non abbia alle spalle alcuna esperienza in ruoli apicali. Esperienza che, al contrario, possedeva chi l’ha preceduta.
Di Maio aveva poi risposto a Il Giornale con il seguente post Facebook:
Lo schifo che leggo oggi sul quotidiano il Giornale va messo nella categoria della stampa spazzatura.
La dottoressa Assia Montanino l’ho conosciuta 5 anni fa. È la figlia di un commerciante che ha denunciato i suoi usurai e ho avuto modo di conoscerla quando sono stato a far visita al padre per portargli la mia solidarietà.
Era una giovane universitaria a cui decisi di dare una opportunità di tirocinio presso la mia segreteria di vice presidente della Camera. Negli anni si è distinta per la sua capacità di gestire situazioni complesse di segreteria. E posso assicurarvi che non ho mai conosciuto una persona più onesta e leale di lei.
Vergognatevi.
Dobbiamo tornare a marzo 2017, quando vennero riportate e ampiamente criticate le dichiarazioni dell’allora Ministro del Lavoro Giuliano Poletti:
E’ polemica dopo le frasi del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, sulle opportunità di occupazione per i giovani. Sotto accusa uno dei messaggi lanciati dal ministro agli studenti dell’istituto tecnico professionale Manfredi-Tanari di Bologna. Per Poletti nella ricerca di un lavoro “il rapporto di fiducia è un tema sempre più essenziale” si creano più opportunità “a giocare a calcetto che a mandare in giro i curricula”.
Il concetto espresso da Giuliano Poletti era molto chiaro. Per comodità, chi vuole un approfondimento lo rimando al video di Shy:
Sappiamo benissimo che Di Maio non aveva conosciuto Assia Montanino durante una partita di calcetto, ma conosciuta per altri motivi legati al Movimento e successivamente le aveva dato un’opportunità di tirocinio presso la sua segreteria durante la vicepresidenza della Camera. Basta poco per comprendere che la risposta fornita dall’attuale Ministro del Lavoro risulti simile al concetto espresso dal suo predecessore l’anno prima.
Assia Montanino avrebbe avuto modo di dimostrare le sue competenze sul campo e per questo Luigi Di Maio l’avrebbe scelta per il nuovo incarico, e ciò risulta lecito. Così come risulterebbe facile per qualcuno sostenere che sia stata brava e fortunata: l’allora vicepresidente della Camera abrebbe preferito una studentessa conosciuta di persona e facente parte del Movimento piuttosto che una qualsiasi sua coetanea in cerca di un’opportunità del genere presso la Camera dei Deputati.
L’attacco subito da Luigi Di Maio e dalla sua segretaria è dettato da un clima ormai consolidato negli anni, una normalizzazione della denuncia e della richiesta di “dimissioni subito” anche solo per certe dichiarazioni. Bisogna ricordare la reazione dell’attuale Ministro Toninelli, il quale aveva chiesto le dimissioni di Poletti per quel ragionamento, e quelle dell’attuale Presidente della Camera Roberto Fico:
Non dimentichiamo le reazioni della Lega con l’allora senatore (oggi Ministro) Gian Marco Centinaio:
Il post di Luigi Di Maio potrebbe, per la legge non scritta della “difesa da tifoseria“, far scattare nei suoi sostenitori il processo di normalizzazione del metodo precedentemente contestato (“non ho mai conosciuto una persona più onesta e leale di lei“). Questo, però, in parte era già “normale” e in fondo chi accetta ciò lo accettava già prima, ma solo per convenienza e/o “tifoseria“.
La normalizzazione dei meme
Ricordate questi meme?
Coloro che avevano subito indirettamente certi fenomeni, che avevano generato feroci attacchi e profondo odio nei confronti di personaggi politici come Laura Boldrini, in cerca di qualche forma di riscatto avevano iniziato e preteso di usare le stesse armi diffondendo “cose” di questo tipo:
Della serie “dente per dente“, un po’ come quelli che criticavano l’uso della definizione “utonto” verso chi cascava in una bufala e ora usa “analfabeti funzionali” (in entrambi i casi si fornisce all’utente un “insulto” da dare all’altro), senza ottenere soluzioni e fornendo un ulteriore problema. Infatti, questa reazione li porta ad essere criticati per incoerenza o etichettati come “bufalari” a prova che lo sarebbero stati anche prima (ricordiamoci che negli anni le diverse fazioni si sono accusate a vicenda di essere bufalari).
Un ulteriore problema è che certi fenomeni potrebbero diventare “normali” e potremmo ritrovarcene altri nel corso dei prossimi anni, anche più elaborati e funzionali, o “verosimili“. Prossimamente potremmo trovarci quelle su Di Maio e l’assunzione della segretaria, o forse sono già in circolazione.
In un altro articolo parlerò della normalizzazione del razzismo, che merita di essere raccontato a parte e con la dovuta delicatezza. Concludo con una curiosità: nel mondo dell’informatica la “normalizzazione” sia un procedimento utile a contrastare il rischio di incoerenza da un database. “Coincidenze? Non credo“.
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