Il tweet di Giuseppe Rotondo sul figlio di Matteo Salvini

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Di recente Matteo Salvini ha pubblicato un tweet pesante nei confronti di suo figlio da parte di un tal Giuseppe Rotondo:

“Se vedessi sulla strada il figlio di #Salvini vittima di un incidente stradale, passerei avanti dicendo Prima i piddini”.
Cretino, lascia fuori dalle polemiche i miei figli.
P.s. Il “signore” si dichiara iscritto al Pd.

L’account esiste (@grotondo1), ma è stato bloccato al pubblico dal suo stesso proprietario:

Ricerca e Innovazione. Comunicazione e Relazioni pubbliche.Non profit fundraising. Fondatore di “insieme per Pd” e del circolo PD università e ricerca

A questo punto risulta difficile risalire al tweet, di cui abbiamo solo numerosi screenshot, ma posso risalire al suo ID.

 

L’ID del tweet

Dallo screenshot pubblicato da Matteo Salvini possiamo leggere la data di pubblicazione, ossia le 6:11 del 15 settembre 2018. Uno dei primi tweet di risposta a Giuseppe è quello di “Resto Umile” (@Abdyesti) che riporto di seguito:

Omissione di soccorso. Rischi il gabbio

Il tweet di “Resto Umile” è stato pubblicato alle ore 10:20, ma da questo tweet posso risalire all’ID di quello a cui aveva commentato:

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Per incrociare ulteriormente questo dato, ho ricercato tramite gli screenshot diffusi online altri tweet da analizzare. Ecco il risultato ottenuto analizzando il tweet di “Bart” (@Bart__Alex):

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L’ID “1040815347761393664” è lo stesso e si ripresenta ad ogni critica rivolta direttamente a quel tweet di Giuseppe Rotondo. L’url, dunque, sarebbe il seguente:

https://twitter.com/grotondo1/status/1040815347761393664

Tuttavia non si trovano salvataggi del tweet, se non tramite soli screenshot. Restano le risposte a testimoniare l’accaduto, a rendere le cose ancora più complicate per Giuseppe è l’aver oscurato il suo profilo (altri in passato avevano auto sospeso l’account, come “Beatrice Di Maio” e “Teladoiolanius“).

 

“Scommettiamo che è un signor nessuno?”

In alcuni tweet e messaggi ho riscontrato questa domanda. Che sia qualcuno o meno, bisogna considerare il contenuto del suo tweet. Se a me arriva un’insulto o un brutto augurio da parte di un “signor nessuno” non significa che la gravità del suo atto sia “annullata” o sia da tenere di poco conto. Internet non è un far west e questi comportamenti avvelenano ancora di più il dialogo, senza se e senza ma.

 

Chi è Giuseppe

L’account “@grotondo1” non esiste da poco tempo (l’anno di iscrizione è il 2012) e troviamo qualche salvataggio che permette di comprendere la sua attività online.

Dalla cache di Google

Nel 2015 era intervenuto rispondendo ad un tweet Marco Furfaro:

Giuseppe: “@marcofurfaro Non le “annuncia”, tutte leggi che ha messo in lista questa legislatura le sta facendo piacciono o meno. Anche unioni civili

Marco: “@grotondo1 ti considero troppo intelligente per perdere tempo a spiegarti la differenza intercorsa tra fatti e annunci 🙂

Giuseppe: “@marcofurfaro Se NCD non ci sta, le voteremo con SEL e M5S

Nel suo profilo sostiene di essere tra i fondatori di “Insieme per il PD“, dal sito troviamo proprio una sua foto e il suo profilo:

Il profilo di Giuseppe sul sito di “Insieme per il PD”

Lo troviamo anche su Linkedin con la stessa foto profilo:

Il profilo Linkedin di Giuseppe Rotondo

Attualmente non è più operante presso la Fondazione “L’Albero della Vita” (giugno 2018), ma secondo Linkedin opera presso la “Fuori dal comune s.n.c.“:

Gli ultimi tre lavori riportati dal profilo Linkedin

 

Le scuse di Rotondo

Nella pagina Facebook di “Insieme Per Il Pd” riportano le sue scuse:

Giuseppe ha già chiesto scusa, come è giusto che sia, per un tweet infelice.
Era un’iperbole, mal spiegata, di quanto sia assurdo dare priorità alla propria solidarietà in base alla colore della pelle, alla nazione, al credo politico.
Dovrebbero chiedere scusa anche i personaggi che inviano insulti e minacce nella posta di questa pagina.
Ma non ci aspettiamo tanto buonsenso ed umiltà.

Ecco quanto riportato su Repubblica (che sbaglia il cognome):

LE SCUSE DI ROTONDI
“Chiedo scusa a Matteo Salvini e alla sua famiglia. La mia è stata un’uscita infelice e inopportuna, di cui riconosco la gravità e della quale mi assumo pienamente la responsabilità. Avrei voluto raccontare un paradosso, e invece ho commesso un grave errore, con il risultato di una frase ingiustificabile, nella quale non mi riconosco affatto. Averla condivisa sui social, poi, ha provocato un effetto a valanga, di un pensiero mal espresso. Mi sento anche di chiedere scusa al Partito Democratico di Milano, perché le mie parole non sono in alcun modo compatibili con i valori che io stesso in questi anni ho portato avanti, come il rispetto e il rifiuto dell’odio nei confronti dell’avversario politico”.

Non è la prima volta che suggerisco a chi opera nella comunicazione online, sia personale che con rilievi di tipo aziendale, deve stare molto attento a ciò che pubblica. Ognuno ha una propria responsabilità sui contenuti diffusi, certo è che questi atteggiamenti avvelenano ancora di più la nostra società.

In tutta sincerità sono parecchio stufo di certi atteggiamenti, tra “lanci di pietra” e “scuse“. Inoltre, se voleva “raccontare un paradosso” dovrebbe valutare le sue capacità di “comunicatore“.

Da quando il PD è all’opposizione ho visto fin troppi atteggiamenti simili a quelli commessi dai precedenti oppositori (lo dicevo anni fa che dovevamo “semplicemente” attendere il cambio di governo per vedere certe scene). In questo modo dimostrano di non aver imparato e di essere caduti in un circolo vizioso pericoloso. Un perfetto autolesionismo.

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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